voto
7.0
- Band:
SYN (NOR) - Durata: 00:41:28
- Disponibile dal: 05/12/2023
- Etichetta:
- Terratur Possessions
Streaming non ancora disponibile
Se provate a cercare i Syn su Google, vi imbatterete in un’altra formazione black metal con lo stesso moniker, anch’essa autrice di un primo full-length uscito proprio quest’anno. Gli ‘altri’ Syn non hanno molto a che spartire con i ‘nostri’: sono americani, mentre quelli di cui ci occupiamo qui sono norvegesi; i primi propongono un black marcio e diretto, mentre i secondi si presentano con un lavoro più elaborato e impegnativo. L’unica cosa che le due band sembrano avere in comune, sono piedi ben piantati tra gli anni Novanta e i primi Duemila.
Queste omonimie capitano e sono, tutt’al più, sintomatiche di quanto l’estetica e i codici espressivi di un genere tendano a pescare sempre dagli stessi secchi (anche se questo caso è forse più giustificato di altri, dato che ‘syn‘, in lingua norvegese, è una parola di senso compiuto che significa ‘vista’, mentre in inglese potrebbe essere un gioco sul più ovvio ‘sin‘).
Meno fortuita, invece, sembra la scelta dei Syn in questione di mettere in copertina un’opera di Theodor Kittelsen, artista di indiscutibile valore, ma già vastamente saccheggiato dalla second wave norvegese; certo, non si giudica un disco dalla copertina, ma il fatto che la conoscenza di un album passi dagli occhi ancor prima che dalle orecchie non è un fattore del tutto secondario. Nel caso di specie, la preferenza accordata a un pittore di culto per una certa epoca può preludere a un tributo ad un certo modo di fare metal, o a un prodotto quantomeno predigerito, di quelli che danno la sensazione di bere sempre dalla stessa bottiglia.
Di per sé, “Villfarelse” è un po’ di entrambe le cose, ma lo è in un modo piacevole: è un album per molti versi rivolto al passato, ma non per questo stantio, in cui si riconoscono le influenze degli Ulver e dei Vemod con diverse buone idee e alcuni brani decisamente solidi. In generale, i Syn sembrano voler presentare un lavoro che combini ferocia ed eleganza, attingendo ai registri più aggressivi della miglior tradizione cui la loro terra ci ha abituati, ma conservando una prospettiva evocativa, malinconica e in una certa misura melodica.
Si ascolti, ad esempio, la bella traccia d’apertura “Daudatale”, con il suo fraseggio ampio e le suggestioni che ricordano chiaramente i notturni novantiani, o la successiva “Da Kaos møtte Sorg”, che accentua le sfumature violente e introduce alla multiformità di questo lavoro, che sotto la vernice atmosferica mostra una natura selvaggia, animata da una disperazione rabbiosa. È sempre su questo secondo brano che si rivela anche uno dei caratteri distintivi dei Syn, ovvero la vena lunatica delle linee vocali, modulate con teatrale sapienza in urla, rantoli e veri e propri lamenti (il debito verso i Forgotten Woods è esplicito e qui nettamente riscontrabile). Voce che tuttavia, in alcuni punti del disco, sfuma dall’evocativo al soffocante, complici anche una certa onnipresenza delle parti cantate e il venir meno dell’effetto sorpresa dei primi brani.
Più in generale, la tendenza a frastornare di quando in quando l’ascoltatore è uno dei limiti di “Villfarelse”, che in alcuni episodi sembra non lasciare respiro, né margine per pensare o leggere le proprie emozioni: è il caso della title-track, brano indubbiamente maestoso e di buona fattura, ma che inizia a ‘respirare’ solo oltre la metà, quando si apre su una solenne parte corale. L’effetto un po’ claustrofobico dell’album è accentuato dalla produzione, volutamente grezza, che non sempre serve a dovere il songwriting. Proseguendo nell’ascolto, si distingue a nostro avviso “Ormekulde”, brano che segna una sorta di frattura nella relativa omogeneità della prima parte del platter: un pezzo molto più diretto dei precedenti, caratterizzato da riff martellanti e da un piglio quasi atavico.
Al termine dell’ascolto, “Vilfarelse” lascia tutto sommato appagati, anche se non particolarmente stupiti. L’effetto è un po’ quello di tanti album gradevoli che finiscono tra i suggerimenti di YouTube grazie alla promozione di un noto canale specializzato, che tengono buona compagnia per un pomeriggio o una serata e che vengono riascoltati con piacere quando tornano a fare capolino in qualche playlist.
Daniel D`Amico for SANREMO.FM