

voto
8.0
- Band:
VIGILHUNTER - Durata: 00:39:33
- Disponibile dal: 28/03/2025
- Etichetta:
- High Roller Records
Streaming non ancora disponibile
Se c’è una cosa che i metalhead sopravvissuti agli tsunami stilistici abbattutisi sulla scena nel corso degli anni Novanta hanno imparato bene, è questa: mai dare per morto il metal classico.
L’avvento prima del grunge, poi del groove metal e, infine, del nu metal sembrava, ai tempi, aver decretato la morte definitiva di un certo modo di intendere il genere, ma le cronache musicali del nuovo millennio ci raccontano un’altra storia.
Eccoci quindi oggi, nel 2025, a recensire un album come questo debutto omonimo sulla lunga distanza dei torinesi Vigilhunter, cromatissimo compendio del miglior US power metal anni Ottanta trasudante un tale amore per la materia trattata e una tale fiera appartenenza da suonare quasi come un’alzata di spalle (o un dito medio dritto in faccia, a scelta) nei confronti di qualunque possibile accusa di anacronismo.
Il talentuoso e dotato cantante Alexx Panza (già sentito di recente dietro al microfono con Hitten e Jack Starr’s Burning Starr), qui impegnato anche alla chitarra, ha raccolto attorno a sè un manipolo di adepti (Mattia Itala alla chitarra, Mirko Negrino al basso e Marcello ‘Cell’ Leocani alla batteria) per dare vita a una band e a un album che suonano come un autentico tributo agli anni d’oro del genere, ma non solo: fin dalla lanciatissima opener “Disconnected”, preceduta dalla breve intro “Loading… Error 403”, si nota infatti come la band, pur senza nascondere le evidenti influenze di Queensryche, Crimson Glory, Fifth Angel, Savatage e primi Fates Warning, abbia cercato di infondere al tutto la propria personalità, con risultati senza dubbio interessanti.
Il brano, decisamente muscolare e impattante come si conviene a una buona opener, mette in mostra una band tecnicamente preparatissima, con chitarre costantemente intente a tessere riff, soli e intrecci melodici di gran gusto e classe, e una sezione ritmica potente e fantasiosa, il tutto dominato dalla voce cristallina e vibrante del buon Panza.
La musica dei Nostri denota anche una certa vena prog nella strutturazione dei brani, con soluzioni capaci di dare multidimensionalità e brio al quadro d’insieme, come accade nelle più strutturate e cangianti “Titan Glory”, “Curse Of The Street” e la splendida, conclusiva, “The Downfall”, facendo il paio con una buona capacità di confezionare melodie, linee vocali e ritornelli di grande efficacia (caratteristica fondamentale per chiunque voglia cimentarsi con queste sonorità).
I Vigilhunter, però, sanno anche confezionare brani più diretti e sferraglianti, come accade nelle riuscite “Shadow Rider (Vigilante)” e “Outburst Of Rage”, ed è forse lì la chiave per la riuscita di questo album: la band torinese, infatti – proprio come i Fifth Angel post-reunion – ma anche i più recenti Queensryche, ha deciso di mantenere sempre altro il gradiente metallico dei propri pezzi, dando così al tutto un’intensità costante ed evitando l’effetto ‘AOR’ che svariati danni ha procurato alla scena, ai tempi del suo declino.
Magari questa opera prima dei Vigilhunter non cambierà la storia del genere, ma di certo va dato atto ai Nostri di aver sfornato un lavoro impeccabile, zeppo di brani vincenti scritti e interpretati come US power metal comanda.
Daniel D`Amico for SANREMO.FM