“Madre non madre” è il risultato della proficua collaborazione sbocciata fra due talentuosi musicisti italiani. Lei è Valentina Lupi, straordinaria cantante e abile dietro i synth, al ritorno discografico dopo un’assenza durata troppi anni, otto per la precisione, costellati da eventi difficili, la pandemia in primis, che è giunta persino a minare il proseguimento della sua carriera e che ha avvolto di un tangibile chiaroscuro le nuove composizioni. Ma in questo periodo si sono verificati anche alcuni momenti felici, fra tutti la nascita di un figlio, da cui il titolo di un album in grado di mostrare il rincorrersi di emozioni e sensazioni, guidato dall’elaborazione del lutto, dalla consapevolezza della fine, ma anche dalla linfa assicurata dallo sbocciare di una nuova vita, una spinta verso la luce, verso un futuro che ora non sembra più così buio.
Adriano Viterbini, noto ai più per essere cantante e chitarrista dei Bud Spencer Blues Explosion, è risultato una figura fondamentale nella genesi di queste nove canzoni. Amico di lunga data di Valentina, l’ha spronata a non mollare, anche nei giorni più complicati da affrontare. Adriano non si è limitato a sottolineare la bontà del materiale che la cantautrice laziale stava componendo, ma ha deciso di intervenire in prima persona, per arricchirlo con le proprie chitarre e assumendosi l’incarico di produrre l’intero disco. Chitarre suonate con leggerezza e discrezione, evitando qualsiasi protagonismo, senza mai invadere il terreno della protagonista, non di rado utilizzando i suoni fortemente influenzati da quella matrice etnica coltivata in anni di collaborazioni internazionali, e già riversata sia nei suoi lavori solisti che nel recente capitolo firmato BSBE.
Disco intimo e personale, del quale Valentina ha scritto per intero testi e musiche, “Madre non madre” svela riferimenti tanto ai Radiohead (“Pronta a ballare”) quanto ai Portishead (“Grandi numeri”), tanto all’urban blues, che si insinua fra le pieghe di “Mio Re”, quanto al minimalismo di “Leggera”, oltre alle inflessioni vocali molto Carmen Consoli di “Monte Crepacuore” e agli intensi brividi assicurati dalla scurissima “7 minuti”, una via crucis che conduce all’epilogo del progetto.
La parte ritmica è affidata al basso di Francesco Pacenza e al beatbox del giovanissimo Vezeve, scelta assolutamente originale, che si dimostra ancor più vincente nella trasposizione live (le prime date sono in corso in questi giorni). In quattro tracce interviene anche la batteria di Marco Fasolo, già con Jennifer Gentle e I Hate My Village, proprio a fianco di Viterbini.
Master a cura di Daniele Sinigallia, artwork by Paulonia Zumo, foto di copertina realizzata da Simone Cecchetti.
12/11/2023
Antonio Santini for SANREMO.FM