Con il terzo lavoro “Ulaan”, la cantante mongola Enkhjargal Erkhembayar, conosciuta con il nome d’arte Enji, dimostra una sostanziale evoluzione nel suo stile.
Nata in una famiglia di musicisti a Ulan Bator, nell’album di debutto lasciava intravedere le sue capacità interpretative ma rimaneva ancorata al suono tradizionale della sua terra. Nella sua ultima uscita, invece, si avvale della collaborazione di artisti europei e brasiliani per creare una narrativa musicale che sfugge a qualsiasi catalogazione.
L’album si apre con la bellezza malinconica di “Zuud”, una composizione quasi simile a una nenia che riecheggia la propensione della tradizione mongola dei canti rituali composti da espressioni vocali prolungate. Una dinamica completamente differente caratterizza la successiva “Taivshral”, in cui la voce si alterna con la sezione ritmica sincopata e lascia molto spazio agli assoli al clarinetto di Joana Queiroz. La musicista brasiliana svolge un ruolo fondamentale in quasi tutte le tracce, aggiungendo un ricco strato di espressività al suono complessivo. Si intravedono addirittura echi di bossa nova nella vivace “Encanto”, nella quale i gorgheggi dell’artista asiatica ricercano costantemente un dialogo con il legno che conferisce un’atmosfera decisamente sudamericana alla traccia.
Rimangono comunque le parti cantate le protagoniste indiscusse dell’album. In ogni traccia l’abilità vocale di Enji è al centro della scena: in “Duulna” una chitarra appena pizzicata accompagna i suoi placidi svolazzi, che nel loro incedere ipnotico invitano alla contemplazione. La strumentazione, abilmente arrangiata, quasi svanisce nello sfondo, aggiungendo profondità e consistenza all’atmosfera meditativa e delicata.
La voce di Enji si fa narrante nella title track e si esibisce senza sforzo in dimostrazioni di virtuosismo tecnico in “Vogl”. Nella ballata conclusiva “Uzegdel” naviga indisturbata fra i paesaggi evocativi creati dalla band a supporto. L’assenza di tensione è un segno distintivo dell’approccio musicale di Enjii, dove i toni morbidi e dolci downtempo sono utilizzati come mezzo per evocare un senso di calma. La capacità di intrecciare mondi così apparentemente distanti e allo stesso tempo offrire dei bozzetti così armoniosi e facilmente fruibili è la caratteristica che rende lo stile dell’artista mongola estremamente affascinante.
02/02/2024
Daniel D`Amico for SANREMO.FM