voto
7.0
- Band:
TODOMAL - Durata: 00:37:28
- Disponibile dal: 24/11/2023
- Etichetta:
- Ardua Music
Novembre è per natura un mese malinconico: le giornate sono illuminate da una luce fioca che si spegne sempre più rapidamente, i paesaggi si vestono di nudo gelo e foglie morte, la routine rallenta ovattata dal freddo.
In questo scenario si inserisce perfettamente il secondo lavoro degli spagnoli TodoMal, “A Greater Good”: un breve compendio di melanconia scura quanto basta, ammantata da una sottile patina di esistenzialismo e introspezione intimista capace di donare ulteriore spessore alla musica proposta.
Situato in un ideale incrocio tra propaggini di doom (vecchia) scuola (ascoltate la title-track finale come esempio), venature più melodiche e meste (sentiamo richiami alla fantomatica ‘triade Peaceville’, ma anche ai Katatonia non recentissimi) e un piglio sperimentale da non sottovalutare (il ritomo sinuoso e vagamente orientaleggiante dell’iniziale “Silent Mass”, ad esempio, ne è riprova), “The Greater Good” ci regala una quarantina scarsa di minuti a base di rallentamenti cadenzati su un tempo certo non veloce, ma comunque incalzante, assoli struggenti e voci pulite, con le tastiere a ricamare intorno a ciascun pezzo le rifiniture atmosferiche che servono a completare il quadro.
Il duo di polistrumentisti Mile/Wildman sembra non porsi limiti, o paletti di sorta: coadiuvati dalla sapiente mano di Greg Chandler (Esoteric) dietro al mixer, i due musicisti costruiscono canzoni variegate, in cui – come in “Infero Tristi” – rimandi psichedelici (quasi alla Pink Floyd, soprattutto nel lavoro di chitarra, fruitore in più punti dell’eredità di un ‘gigante’ come David Gilmour) e una certa fascinazione per le frontiere progressive incontrano la mestizia più propria del nostro genere lento preferito. O ancora, in “Antichrist Of Love” – uno dei brani migliori del disco – l’intreccio di voci paradislostiano incontra una capacità di scrivere brani di sostanza e insieme orecchiabili che ci ricorda la genialità paracula dei Ghost, qui ovviamente immersa in un contesto meno ‘provocatorio’ e molto più volto alla contemplazione della miseria umana.
Impreziosito dalla voce femminile di Teodora Gosheva (in “Ultima Lucerna”, “Loss” e nei deliziosi cori di “A Greater Good”, a metà tra Jinx Dawson dei Coven ed Elin Larsson dei Blues Pills), da numerosi chitarristi ad arricchire lo spettro della sei corde (tra cui Darío Garrido alla chitarra spagnola), il secondo disco dei TodoMal si lascia ascoltare e riascoltare piacevolmente; certo, una maggiore fluidità nel legare le varie parti (certamente non così dissimili, ma nemmeno tanto scontate nella loro successione) è sicuramente qualcosa su cui lavorare, insieme ad un maggiore lavoro sulla limatura e messa a fuoco generale, perchè le premesse per un considerevole salto in termini qualitativi ci sono tutte. E non succede, ma se succede, il prossimo lavoro degli spagnoli sarà un piccolo gioiello.
Nel frattempo, se siete amanti delle sonorità di cui sopra, non disdegnate di dargli un ascolto.
Daniel D`Amico for SANREMO.FM