voto
7.5
- Band:
COLTRE - Durata: 00:51:54
- Disponibile dal: 23/02/2024
- Etichetta:
- Dying Victims Productions
Streaming non ancora disponibile
La Dying Victims Productions ci ha sempre consegnato svariate perle in ambito underground, specialmente nel filone epic/doom/heavy vecchia scuola ascrivibile alla cosiddetta NWOTHM: i londinesi Coltre fanno esattamente parte di questo interessante sottobosco.
Nati nel 2019 grazie all’incontro in università fra Daniel Sweed (chitarra solista) e Marco Stamigna (voce e chitarra ritmica), i nostri si sono fatti notare nel 2020 grazie all’EP “Under The Influence”, dove già emergevano diversi elementi interessanti: una produzione molto pulita e incentrata sulla voce e i cori, con un chiaro riferimento a Iron Maiden, Angel Witch, Satan, Demon e tutta la New Wave Of British Heavy Metal più di culto.
A distanza di quattro anni dall’EP e con il reclutamento del bassista Max Graves e del batterista Edoardo Mariotti, arriva finalmente tra le mani dei fan di questo genere “To Watch With Hands… To Touch With Eyes”, primo vero disco con un minutaggio considerevole e una bellissima copertina in grado di impersonare il senso del titolo.
Essersi formati nella casa degli Iron Maiden ha aiutato sicuramente i Coltre a sviluppare un songwriting e un’attenzione particolare, formandosi come band che cita senza copiare, con il giusto mix che serve per rendere bello un pezzo heavy metal: sin da “Feast of The Outcast” notiamo un gusto centellinato per canzoni equilibrate, basate su un semplicissimo scambio fra riff, piatti e un basso sparato direttamente in faccia all’ascoltatore insieme alla voce, senza particolare velocità né voglia di virtuosismi. La particolarità dei Coltre è proprio quella di non avere veli di nessun tipo: i pezzi sono davvero ben costruiti con pochissimi elementi che vengono tutti messi in risalto, ordinati con una perizia che non sentivamo da un po’.
Anche il secondo pezzo, “To Watch With Hands”, si orienta decisamente verso questo trend, con un bellissimo ritornello che non vi si schioderà più dal cervello, così come il riff a marcia di “Rat Race”. Gli Angel Witch risplendono potenti e con una puntina di Diamond Head in “When The Earth Turns Black” e “Friends Aren’t Electric”, anche se il pezzo più tirato e con una configurazione da hit è sicuramente “Temptress”, la più catchy del lotto che piacerà a chiunque sia cresciuto a pane e NWOBHM. A chiudere il disco interviene la lentezza di “Oblivion”, giocata fra continui rimandi fra la parte più heavy e quella più acustica della band, con numerose interferenze di chitarra non distorte.
Ascoltando “To Watch With Hands… To Touch With Eyes” ci siamo davvero trovati a viaggiare indietro nel tempo, un po’ come succede spesso con i dischi di questo filone: quello per cui l’album è davvero interessante è comunque la capacità, come fanno ad esempio i Tanith, di riuscire a creare un heavy d’annata senza magie di produzione particolarmente complesse ed utilizzando solamente pochissimi elementi ben piazzati (ascoltate il disco con le cuffie per credere).
I Coltre dimostrano di essere una band capace, con le idee ben chiare e i piedi piazzati in un punto preciso della storia della musica: sono sicuramente da tenere d’occhio per chiunque si consideri un appassionato di heavy vecchia scuola e cerchi dei pezzi scritti bene e con passione.
Daniel D`Amico for SANREMO.FM