voto
6.5
- Band:
VALDRIN - Durata: 01:07:05
- Disponibile dal: 24/11/2023
- Etichetta:
- Blood Harvest
Streaming non ancora disponibile
Quarto album per gli statunitensi Valdrin, una band black metal melodica di discreto livello che aveva iniziato a muovere i primi passi con altri nomi e con altri generi musicali (thrash metal). Con questo monicker, infatti, la band è in giro dal 2010, ma – fatto curioso – ha cambiato ben tre volte il proprio nome: da Viravoid (nel 2006) a Dawn Of Wolves (2006-2010) all’attuale Valdrin sotto il quale hanno finalmente pubblicato dei full-length.
“Neverafter” apre bene le danze di questo nuovo “Throne Of The Lunar Soul”, creando subito una certa atmosfera: ci sono parti arpeggiate, altre sinfoniche (la band fa uso di synth) che creano passaggi adatti ad una colonna sonora, magari di una serie televisiva thriller ambientata in un mondo pieno di misteri occulti.
Con le successive canzoni ogni tanto fa capolino il passato thrash della band ed è presente persino qualche passaggio più heavy/prog che black metal, abbinato a qualche stacco con le tastiere più in stile Symphony X che Dimmu Borgir. Questi elementi, ad ogni modo, non stravolgono la sostanza, che rimane comunque extreme metal, ma denotano una varietà di influenze sonore che arricchiscono il sound dei Valdrin.
Concettualmente, più che stilisticamente, questo quartetto potrebbe avere qualcosa in comune con gli Ancient Rites, per il loro essere camaleontici e per accogliere moltissime influenze all’interno del proprio stile: infatti, se da un lato recepiscono diversi influssi extra black metal, dall’altro li centellinano usandoli come elementi di decoro piuttosto che da elementi di rottura.
La produzione è più che discreta, la qualità delle canzoni lo è altrettanto e va dato atto che la band ha di base un buon gusto per le melodie: si sente che non si ha davanti un gruppo esordiente, ma un combo che è maturato negli anni ed è giunto ora alla quarta prova su lunga distanza con una certa personalità. Ovvio, album come “Throne Of The Lunar Soul” rischiano con il passare del tempo di finire nel dimenticatoio per il fatto di non avere un’identità ben precisa, e le cose indefinite purtroppo si dimenticano più facilmente.
I brani, e la release nel suo complesso, potrebbero avere una durata più ridotta per dare più compattezza alle canzoni stesse. Ciò in cui i Valdrin potrebbero migliorare è nella maggior convinzione di poter osare di più, perché molte melodie su questo album sono molto ‘facili’, tanto che alcune di esse scadono nel banale. Suonare un genere con diverse sfaccettature è un punto a favore, ma bisogna saper focalizzare ed incastrare alla perfezione tutte le tessere del mosaico sonoro altrimenti l’opera finale rimane indistinta.
Un brano come “Vagrant In The Chamber Of Night” è un buon esempio per riassumere il sound dei Valdrin e di tutti gli stili sommersi che lo sorreggono, mentre una delle migliori canzoni è la title-track, in cui la melodia e l’atmosfera riescono a costruire una dimensione sonora in cui i Valdrin si isolano dalla realtà circostante e fanno vivere all’ascoltatore un’esperienza differente. Buono nel complesso, qui come sul capitolo conclusivo e su altri brani, l’utilizzo del pianoforte.
Album con tanti spunti, da sviluppare in futuro.
Daniel D`Amico for SANREMO.FM