voto
6.5
- Band:
THE GRANDMASTER - Durata: 00:49:55
- Disponibile dal: 12/01/2023
- Etichetta:
- Frontiers
Spotify non ancora disponibile
Si rimettono in pista i The Grandmaster con un disco nuovo di zecca – sempre sotto la supervisione della Frontiers Records – e con una rilevante novità dietro al microfono che desta fin da subito enorme curiosità: a sostituire il talentuoso cantante brasiliano Nando Fernandes troviamo infatti Peer Johansson, dal 1990 frontman della storica band danese Fate e protagonista di un cantato ruvido e possente sulla scia del grande Jorn Lande.
Il songwriting rimane invece invariato, sotto il controllo del chitarrista tedesco Jens Ludwig (co-fondatore degli Edguy), mentre l’indissolubile Alessandro Del Vecchio collabora non solo nella produzione ma anche imbracciando il basso e dando il proprio contributo alle tastiere.
“Black Sun” è un disco che sembrerebbe fatto apposta per farsi apprezzare da chi è rimasto folgorato da lavori diventati ormai storici all’interno della folta discografia della label partenopea come il progetto Allen-Lande (con lo splendido debutto “The Battle”), gli spagnoli Lords Of Black e qualcosa dei Primal Fear. Si tratta quindi di un power-heavy possente che, rispetto al promettente debutto del 2021 intitolato “Skywards”, mostra un sound ancora più ruvido e aggressivo fin dalla partenza, dove la canzone che dà il titolo al disco può colpire viaggiando su riff corposi ed aggressivi. Le chitarre, infatti, diventano qui ancora più determinanti rispetto alle composizioni dell’esordio, sia per un fatto di songwriting, sia per una produzione in grado di esaltarne la potenza.
Fatto sta che questo indurimento del sound sembra cadere a pennello per andare incontro alle caratteristiche canore del nuovo arrivato; ma, se la grinta non manca praticamente mai durante l’ascolto, a destare qualche dubbio sono invece le composizioni in sé, visto che lungo la tracklist non è sempre facile trovare brani in grado di colpire differenziandosi dalle varie proposte sonore che ormai invadono il mercato.
Jens dimostra di non essersi arrugginito nonostante la lunga assenza dalle scene, e piazza alcuni assoli infuocati, come ad esempio durante la parte centrale di “While The Sun Goes Down”, brano interessante che si muove a cavallo tra l’hard rock classico e l’heavy più deciso piazzando un refrain degno di nota. Sono probabilmente le composizioni che strizzano maggiormente l’occhio a sonorità hard rock ed heavy metal – sempre un po’ in chiave moderna – a trasmettere maggiori sensazioni, come dimostra l’epico incedere della melodica “Learn To Forgive” e la catchy “Soul Sacrifice” in grado di infiammare la parte finale del disco, con il ruggito di Peer Johansson che esplode con tutta la propria potenza vocale, muovendosi con vigore attraverso linee melodiche ben composte; a differenza – purtroppo – delle divagazioni più prettamente power, vedi “Heaven’s Calling”, durante le quali si cade un po’ troppo nei soliti clichè fatti di doppia cassa senza sosta e ritornelli sparati a tutta velocità, o con la banale ballata “Fly, Icarus Fly”, capace di scivolare velocemente nel dimenticatoio.
Non sappiamo i motivi che hanno portato ai cambi di line-up all’interno dei The Grandmaster, ma la sensazione è che il progetto musicale che vede protagonista Jens Ludwig (Edguy) sia riuscito sì a trovare maggior coesione e maturità, senza trovare però quella crescita – soprattutto in termini di personalità – che ci saremmo aspettati dopo il più che discreto debutto. E non è di aiuto neppure l’orrenda copertina!
Daniel D`Amico for SANREMO.FM