K, make this kitty go, “Err”
Coke, make this kitty go, “Work”
Money, make this kitty go, “Brr”
Molly, pussy goin’ berserk
Per il suo secondo album, Slayyyter avrebbe potuto proseguire sulla strada più abrasiva, liricamente spregiudicata e stilisticamente imprevedibile già esplorata in una parte di “Troubled Paradise” ma ha deciso, invece, di abbracciare con più convinzione l’anima pop e ballabile, immergendosi in synth e groove d’altri tempi. Più che vampate esplicite e composizioni eccentriche, questo “Starfucker” ne valorizza la capacità di suonare coinvolgente e immediata, erotica e vivace.
L’estetica queer che domina la scaletta attanaglia l’iniziale “I Love Hollywood!”, bollente balletto tra la più infoiata Britney Spears e la prima e più robotica Lady Gaga, mentre l’inno “Miss Belladonna” e la cadenzata “Rhinestone Heart” ricordano da vicino gli inni nu-disco di Dua Lipa. Una pletora di suoni presi dagli anni Novanta e Zero anima le varie “Dramatic”, più cupa, e “My Body”, affine alla musica house di vent’anni fa, toccando un vertice nella seducente “Erotic Electronic”, deliziosamente kitsch.
Un paio di puntate di synthwave malinconica e plasticosa (“Memories Of You”; “Girl Like Me”) si contrappongono idealmente alla più agitata miscela di hyper-pop instabile di “Purrr”, il testo più sfrontato unito ai ritmi più elaborati dell’album e l’altrettanto esplicita “Plastic”, con rapide strofe rap e febbricitanti battimani: è in questi due brani che il lato più creativo di Slayyyter riaffiora, allontanandosi dal tema del party ballabile e un po’ lascivo che domina altrimenti l’album.
Alla fine dell’ascolto, la nuova Slayyyter sembra forse più erotica di prima e adatta ad approcciare un pubblico ampio e trasversale, magari da condividere con Charlie XCX; ma questa trasformazione è avvenuta al costo di una riduzione dell’imprevedibilitá della sua musica, ricondotta ora frequentemente a più canonici esperimenti di nu-disco ed electropop e sempre meno a instabili esperimenti hyper-pop. L’impressione è che si sia perso il motivo stesso per il quale Slayyyter suonava come un’artista atipica, in cambio di alcuni brani ottimi per una serata danzante, ed è difficile non vederlo come uno spreco.
09/11/2023
Antonio Santini for SANREMO.FM