A tre anni di distanza dall’interessante esordio solista “The Black Spider/Det Kollektive Selvmord”, Emile Bureau, frontman della band psych-rock The Sonic Dawn, si cimenta con un’opera ancor più ambiziosa e stimolante.
Con la complicità di Jonas Waaben (un altro membro della band The Sonic Dawn) e del tastierista Erik Errka Petersson e con le suggestive ambientazioni folk-psych create da vibrafono (Morten Grønvad) e flauto (Rasmus Miehe Sørensen), il musicista franco-danese sposta l’asse sonoro verso atmosfere decisamente più introspettive e prevalentemente acustiche.
Da abile e profondo conoscitore dell’energica e fluida bellezza di accordi tanto semplici quanto nobili, Emile seduce l’ascoltatore con madrigali folk-prog che scivolano verso atmosfere spaghetti-western (“Easy Ride”), e rinnova l’aulico fascino del fingerpicking con eleganti brani cosmic-folk che ereditano la magia dei Pentangle (nell’articolata e coinvolgente “Elegant Spring”) e della Incredible String Band (nella metafisica e suggestiva ”Circles”).
Coeso e coerente, “Spirit” è un album che si destreggia abilmente tra effetti deja-vu, come nell’evocativo suono dell’hammond nella psichedelica e leggermente bluesy “Nocturnal”, e improvvisi bagliori di luce che per un attimo scuotono l’ascoltatore, concentrando l’attenzione anche sui testi: alla più ruvida “Heavy Rain” è infatti affidato l’ennesimo allarme sull’emergenza climatica, mentre la delicata folk ballad “Wilderness” invita alla fuga dalla realtà urbana per assaporare le gioie e la bellezza della natura.
Nonostante la complessità degli argomenti e le tante suggestioni messe in campo, il secondo album di Emile è un progetto equilibrato e interessante. La natura cosmic-folk delle composizioni non è mai sopra le righe, e forse “Spirit” non gode di quel fascino istantaneo tipico della moderna onda psych-rock, ma sulla lunga distanza conquista e seduce come un potenziale future classic.
08/01/2024
Daniel D`Amico for SANREMO.FM