Il secondo Lp di Siavash Amini pubblicato nel corso di quest’anno approfondisce e porta alle estreme conseguenze il viaggio verso universi sonori lontani e incontaminati. Come sottolinea nelle note di copertina la parola “Eremos”, che ha scelto per denominarlo, allude a un mondo disabitato, intatto, non toccato dalla civiltà.
Le componenti che pervadono le diverse progressioni musicali sono suoni primordiali, echi spettrali, ronzii, elementi naturali. La traccia principale “The Darkness About The Pole” si apre con un fruscio sovrastato da scrosci di pioggia battente. L’eco di campane tubulari innesta un dialogo costante con gli accordi microtonali che, talvolta sembrano prendere il sopravvento per poi dissolversi nell’oscurità. Alla fine accompagnano l’ascoltatore verso un finale sereno.
In apertura è posta “Wayward”, nella quale si alternano continuamente momenti di stasi con raffiche gravi e inquietanti. Qualcosa di spaventoso e inconoscibile sembra che stia per accadere. L’artista iraniano non irretisce l’ascoltatore con facili melodie, ma lo respinge con la maestosa bellezza di un mondo privo dell’influenza umana, sovrastato da misteriose forze della natura che suggeriscono soltanto desolazione e instabilità.
L’ultimo brano, “A Desert Of Immobile Winds”, è composto da due movimenti. Già dal titolo si evince l’universo paradossale che Amini intende rappresentare. La giustapposizione tra immobilità e vento e il modo in cui la musica lo riflette attraverso dinamiche alternate crea un’interessante tensione. Il contrasto tra fiammate improvvise (tamburi o suoni stridenti) e i momenti di silenzio crea un senso di instabilità e imprevedibilità, quasi come se l’ascoltatore fosse costretto ad aggrapparsi a qualcosa di fugace. L’ombra di una melodia sembra questa volta presentarsi in lontananza, ma il flusso transitorio complessivo porta a una sensazione di alienazione.
“Eremos” è un lavoro sicuramente poco accessibile e di difficile ascolto. La capacità di Amini di creare passaggi evocativi non convenzionali è innegabile. Radicato in un universo primordiale immaginario, questo album ha la capacità di turbare e affascinare allo stesso tempo, e segna un passo in avanti nella traiettoria verso l’evoluzione e la sperimentazione che l’artista ha sempre portato avanti.
22/11/2023
Antonio Santini for SANREMO.FM