L’idolatria è una cosa strana, spesso inspiegabile. Difficile, infatti, fare chiarezza sul perché un dato artista possa aver la capacità di travalicare il concetto di popolarità per trasformarlo in un culto ad personam. Bisognerebbe forse chiederlo ad un diretto interessato, magari ad uno come Sfera Ebbasta.
Giovedì il trapper di Ciny aveva annunciato a sorpresa – con una mossa alla Kanye West – $€ Special Night, un evento gratuito all’Allianz Cloud di Milano. Non molte altre informazioni se non i dj set di Shablo e Finesse, un nuovo drop di merchandising e la promessa di una special performance. Risultato? Cinquemila prenotazioni in meno di un’ora e palazzetto sold out. Certo, negli ultimi giorni dei teaser avevano fatto intendere che qualcosa di grosso stesse accadendo in casa Money Gang, ma il punto è molto più semplice di così: cinquemila persone volevano vedere il proprio idolo. Per Sfera, una dichiarazione di potenza: io posso.
Arriviamo all’arena mezz’ora dopo l’apertura. Fuori i resti sparpagliati di una battaglia combattuta a colpi di fast food ci ricordano a malincuore che non tutte le generazioni future sono membri di Fridays for Future. All’ingresso alcuni ragazzi cercano invano di trovare un biglietto o un qualsivoglia modo per superare la sicurezza, ma non ci sono speranze. I bulletti tentano un bagarinaggio spiccio. Sono passati solo quattro giorni dall’annuncio a sorpresa, ma l’evento nella sua semplicità è organizzato nei dettagli. Shablo incalza i presenti con un dj set colmo di strofe e brani di Sfera, mentre chi ha dato un occhio al merchandising ha già capito cosa sta per succedere.
Dopo circa un’ora (sono le 22) le luci si spengono e Sfera entra in scena tra l’ovazione popolare. Veste con una giacca nera e bianca di Off-White, cappuccio nero in testa, cappellino e occhiali da sole scuri. Molto intrigante la scelta del palco, minimale ma al contempo funzionale, un cubo illuminato posizionato al centro dell’arena che ha ricordato quello pensato dall’artista e scenografa Es Devlin per Kanye West e Jay-Z per il tour di Watch The Throne del 2011. Nel boato generale Sfera suona quattro hit (una per disco) che raccontano in maniera lineare il suo percorso: XDVR dall’album d’esordio XDVR (2015), Visiera a becco da Sfera Ebbasta (2016), Tran Tran da Rockstar (2018) e Tik Tok da Famoso (2020). Un modo anche per ricordarci che questo genere, che ha fagocitato il mercato discografico italiano negli ultimi 8 anni (e che per almeno sette è stato dato per finito), l’ha portato lui. Per i detrattori della trap la marea non sembra ancora pronta a ritirasi nonostante oramai il suo leader maximo non sia più un ragazzetto del blocco, ma un trentenne bello che arrivato.
Parte così un visual che riporta Sfera nel blocco e con il quale viene annunciato – come il merchandising stesso svelava – l’atteso nuovo album X2VR (traducibile con Per davvero 2, come spoilerato in giornata da Chralie Charles, insieme a Lazza e Anna tra i featuring già “confermati”). C’è ancora tempo per un inedito estratto dal disco in uscita (sulle tematiche tipiche della rivalsa sociale attraverso la trap) e poi dopo soli venti minuti di show Sfera abbandona il palco con un sibillino: «Il disco fuori prima di quanto crediate». Finita la performance del loro idolo il giovane pubblico (quasi tutto di nero vestito) si risveglia dall’incantesimo, si ricorda che il giorno dopo ha scuola (e magari qualche verifica) e si riversa fuori dall’arena lasciando Finesse a mettere dischi per metà dei presenti iniziali, probabilmente quelli abbastanza grandi da potersi firmare una giustifica ed entrare in ritardo domani. Poco importa che Sfera abbia fatto solo 5 brani, che la sua presenza sul palco sia durata meno di mezz’ora e che sia lunedì sera; tutti sono soddisfatti, la Madonna è apparsa ai suoi fedeli, senza possibilità di replica, come rappava Sfera in Tran tran: “Non puoi parlare dei miei contenuti, fra, non hai l’età”.
In questo evento puramente dimostrativo, che non serve solo a creare hype ma a ribadire, ancora una volta, la potenza mediatica del trapper di Ciny (qui il “io posso” di cui parlavamo), Sfera ne esce vincitore. Perché alla fine, seppur presenziando poco e niente, l’effetto di aver partecipato a qualcosa di importante per la scena trap c’è. Annunciare un evento a sorpresa è sempre una bell’idea, così come quella di mantenerlo gratuito (una sorte di restituzione al proprio pubblico, un modo anche per dire “non ho bisogno dei vostri soldi”). Inoltre la messa in scena funziona e Sfera – come direbbero gli americani – delivera, seppur limitandosi a cinque pezzi. Perché in fondo, nel music biz italiano, Sfera è il nostro Kanye West, o forse il nostro Travis Scott (visto che Scott è riuscito nell’impresa di lanciare e organizzare un concerto in Italia in pochissimi giorni al contrario di Ye). Sfera può permettersi quello che vuole: organizzare un evento senza preavviso, renderlo gratuito per il suo pubblico, suonare venti minuti e non lasciare nessuno deluso. Se non è idolatria questa.