voto
7.0
- Band:
RIBSPREADER - Durata: 00:35:55
- Disponibile dal: 16/01/2024
- Etichetta:
- Xtreem Music
Streaming non ancora disponibile
Proprio come il signor Sauli e il suo pandoro, anche Rogga Johansson e il suo death metal non ci lasciano mai soli. Da tempo immemore, il prolifico musicista svedese pubblica infatti almeno un disco ogni anno, di conseguenza il 2024 non poteva che iniziare con una sua nuova opera. Tocca ai Ribspreader, uno dei progetti più longevi del chitarrista/cantante, avviare questo nuovo anno, con quello che è il decimo full-length di una carriera iniziata nel sempre più lontano 2003. Da qualche tempo, la line-up del gruppo è completata dal batterista statunitense Jeramie Kling (Inhuman Condition, Ex Deo, The Absence, Kill Division) e dal suo compare Taylor Nordberg (Inhuman Condition, The Absence e ultimamente anche Deicide), cosa che ha portato a un complessivo innalzamento qualitativo delle uscite, tanto sul fronte del songwriting che su quello dell’esecuzione e della resa sonora.
I tre, anche se in momenti diversi, hanno pure fatto parte dei Massacre, e un tipo di suono più americano è inevitabilmente finito per confluire anche all’interno di una proposta che in origine tendeva decisamente verso la scuola svedese più classica. “Reap Humanity” prosegue dunque il discorso avviato con opere come “Suicide Gate” o il più recente “Crypt World”, offrendoci una mezz’ora abbandonate all’insegna di un death metal che, pur partendo da un riffing tutto sommato lineare e scattante, cerca in qualche episodio di incorporare suggestioni più tenebrose, con persino qualche leggero richiamo ai Morbid Angel che sembra vagare in circolo e ricomparire puntualmente nei passaggi più stentorei.
La tipica architettura percussiva dei Ribspreader si riveste insomma di qualche sfumatura in più, confermando anche in questa circostanza i passi in avanti fatti con gli album succitati e lasciandosi quindi alle spalle buona parte di quel materiale sempre più fiaccamente impersonale pubblicato a metà anni Duemila.
La formazione attuale – proprio come i cugini Inhuman Condition – è certo lungi dall’innovare, ma, al tempo stesso, non si può dire che faccia le cose tanto per farle. Con l’avanzare degli anni, i Ribspreader hanno affinato la loro abilità tecnica, migliorato la produzione e sperimentato con soluzioni un filo più ‘ricercate’, presentandosi, almeno negli ultimi tempi, con lavori che possono dire la loro in un panorama sempre più affollato e competitivo. Già dalla copertina, “Reap Humanity” dà un’idea di serietà che si ritrova poi in quell’intensità nella scrittura e nell’interpretazione che, a conti fatti, lo rendono una delle prove più solide del progetto. A questo punto, non possiamo che augurarci che Nordberg porti un po’ di questo mestiere pure nei Deicide, anche se il singolo di recente uscita fa tutto fuorché ben sperare.
Daniel D`Amico for SANREMO.FM