Fans e appassionati sono già in fermento per l’arrivo a Milano, presso la Fondazione Luciana Matalon, in Foro Buonaparte 67, della tappa lombarda del tour europeo della mostra – evento “QUEEN UNSEEN | Peter Hince”, in programma dall’ 8 febbraio al 21 aprile 2024, un vero e proprio viaggio esperienziale nel mondo della celeberrima band da vivere attraverso le immagini inedite fermate nel tempo da chi i QUEEN li ha conosciuti davvero bene, vivendoci in simbiosi per oltre dieci anni. Dopo lo straordinario successo riscosso a Torino, Rimini e Roma, arriva anche a Milano la mostra-evento del gruppo inglese che ha segnato la storia della musica rock e che intrattiene con la città un rapporto speciale, essendosi esibito in Italia in concerto soltanto al Palasport di San Siro accanto allo stadio nel 1984 (nello stesso anno erano stati ospiti anche al Festival di Sanremo).
“QUEEN UNSEEN | Peter Hince” si compone di circa 100 fotografie del road manager e assistente personale di Freddie Mercury – Peter Hince appunto, mai esposte in precedenza in nessun Paese europeo, e di cui alcune in assoluta anteprima internazionale, e di oltre un centinaio di cimeli, memorabilia, oggetti e documenti vari, tutti rigorosamente originali: tra di essi figurano un microfono originale utilizzato da Freddie Mercury in concerto (mai esposto prima), una chitarra autografata di Brian May, i costumi usati per il videoclip di Radio Gaga, un piatto autografato e le bacchette della batteria di Roger Taylor, materiale proveniente in parte da dalla raccolta personale di Niccolò Chimenti, uno dei maggiori collezionisti europei dell’universo Queen. Completa la mostra la proiezione di video rari e di spezzoni dei più famosi concerti della band. A oltre 50 anni dall’uscita del primo disco, l’omonimo “Queen”, l’esposizione rappresenta un’occasione imperdibile, per i fan di scoprire aspetti e dettagli inediti del gruppo e del suo carismatico front-man e per il grande pubblico di ampliare la propria conoscenza sulla band che ha rivoluzionato la musica degli ultimi 50 anni e che ancora oggi riesce ad essere straordinariamente attuale.
Grazie alla fortuna di aver lavorato per una delle più famose fabbriche di hit musicali degli anni Settanta e Ottanta, Ratty – come era soprannominato Peter Hince – ha potuto avere accesso, sia professionale che privato, ai momenti salienti che hanno contraddistinto la band di “Bohemian Rhapsody” che è riuscito a fermare nel tempo e rendere eterni con i suoi memorabili scatti. Il sodalizio tra Hince e i Queen inizia nel 1975, quando la band si stava apprestando a registrare “A Night at the Opera”. Peter era la persona responsabile di strumenti e soundcheck che doveva vigilare affinché la performance della banda sul palco filasse come da copione; presto si guadagnò la fiducia di Freddie, Brian, John e Roger. Di quei primi anni purtroppo non esistono fotografie che invece Peter inizia a scattare a partire dal 1977, quando ormai la band aveva raggiunto l’apice del proprio successo mondiale, fino al 1986. In virtù dello stretto rapporto personale particolare esistente tra Hince e Freddie Mercury la mostra dedicherà una particolare attenzione al cantante della band. Tra gli scatti di Hince spiccano certamente alcune tra le immagini più iconiche del cantante, catturate in studio di registrazione, sul set dei video musicali più trasmessi nel mondo o su quello fotografico, in cui Hince ha immortalato Freddie abbigliato come una vera regina. Freddie, immigrato nell’Inghilterra degli anni ’70, è stato una delle figure chiave non solo della rivoluzione musicale della seconda metà del XX secolo, ma anche di quelle sociale e culturale, che lo hanno reso uno dei principali ed indiscussi protagonisti di quegli anni gloriosi. E se le fotografie di Hince ci offrono uno spaccato unico ed un accesso privilegiato alla band e al suo front-man, la carriera dei Queen nella mostra è documentata nel dettaglio da un ricco allestimento che include anche materiale video e oggetti fisici. La mostra, quindi, non rappresenta soltanto un inedito viaggio fotografico attraverso i momenti più importanti della band, ma un vero e proprio percorso esperienziale.
Abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchere con Peter durante la presentazione:
Ci racconti come è stato il tuo primo incontro con i Queen?
<<Era il 1975 e lavoravo con i Mott The Hoople. Avevamo organizzato un delle prove in un teatro di proprietà degli Emerson, Lake and Palmer che cadeva letteralmente a pezzi e faceva davvero freddo. Ad un certo punto si presentarono questi ragazzi che avrebbero dovuto aprire la serata: erano i Queen. Erano vestiti già per lo spettacolo e non avevano manco i giubbotti! Freddie aveva una camicia leggerissima di seta. Nonostante fossero delle prove Freddie e i ragazzi fecero un concerto pieno di energia, come se avessero davanti una folla impazzita. Penso sia stata proprio quella la loro forza: davano tutto su quel palco, che fosse quello di un bar o Wembley. Rimasi in contatto con loro e poco dopo mi trovai a lavorare esclusivamente per loro.>>
Quale è la tua fotografia preferita tra tutte queste che sono esposte? e perchè?
<<Sono davvero legato a questa foto di Freddie scattata a Monaco di Baviera. Lui regge una bottiglia di birra in mano e ha quell’espressione cupa che nasconde dietro un mare di fragilità. Mi disse “Scattami una foto da duro” e si mise in quella posa. Esistevano due Freddie: il frontman sfacciato e carismatico che dominava il palcoscenico e la persona invece molto fragile e riservata che era nella vita normale. Lui amava il pubblico ed essere un’ icona, ma allo stesso tempo odiava essere Freddie la star, voleva semplicemente essere una persona normale fuori dal palco.>>
C’è stato un momento della tua vita lavorativa in cui hai pensato “stiamo facendo la storia, non solo della musica” ?
<<Beh sicuramente Live Aid è stato qualcosa di clamoroso. I ragazzi venivano da un bruttissimo momento, c’era veramente tensione ed aria di split. La loro forza è sempre stata l’unione ed in quel momento, tra progetti solisti e attriti, la band stava veramente collassando. Il music business ti uccide: vogliono sempre di più da te e non gli basta mai. Live Aid è stata una salvezza da quel punto di vista: uno show senza prove, senza luci, senza effetti in cui i ragazzi hanno voltato pagina proprio su quel palco facendo un concerto memorabile. Quello è stato il momento più alto di sempre e ha polverizzato tutte le scorie che c’erano iniettando una nuova linfa vitale nella band. Penso che senza quel concerto probabilmente i Queen si sarebbero sciolti in quel periodo.>>
Dopo il tour di A Kind Of Magic nel 1986 i Queen smettono di fare concerti e ti ritrovi senza lavoro. Come mai la scelta di chiudere con la musica e di dedicarti full time ad un altro tipo di fotografia?
<<Semplicemente perchè avevo lavorato per la più grande band al mondo: cosa c’è di più grande dei Queen? Avevo già toccato il massimo e sarebbe stato riduttivo fare altre esperienze. Poi avevo passato i 30 anni e quella vita cominciava a pesare. Per me era un capitolo chiuso ed è stato bello poterne aprire un altro altrettanto bello.>>
Ci sono tante foto dei concerti in Sudamerica dei primi anni ’80. Che ricordi hai di quelle date?
<<Furono dei concerti pazzeschi davanti a più di 100.000 persone. Mi ricordo che dovevamo suonare anche al Maracanà ma non ci venne concesso: ci riposero che in quel tempio a parte il calcio lo potevano calpestare solo il Papa e Sinatra . Fummo i primi a fare un tour così grosso in quel continente, aprimmo le porte del Sudamerica alle altre band internazionali: in quegli anni nessuno l’aveva ancora fatto.>>
Pensi ancora a Freddie? Eri molto legato a John Deacon, lo senti ancora? Sono tra l’altro i due membri per i quali hai lavorato anche durante loro carriere soliste
<<Non penso tanto a Freddie perchè mi rende ancora molto triste pensarci. Preferisco ricordarmi per quello che è stato, un frontman pazzesco e una persona molto umana e fragile. John non parla con nessuno del mondo Queen da più di 20 anni, si è ritirato ad una vita molto privata e ha tagliato i ponti con tutti. Per lui i Queen sono morti con Freddie, così come i Led Zeppelin sono morti con John Bonham. Erano tutti e quattro fondamentali e insostituibili.>>
Nato a Hereford, Inghilterra nel 1955, Peter Hince inizia la sua avventura nel mondo della musica nel 1973 come giovane roadie con David Bowie. Nello stesso anno, lavorando per i Mott The Hoople, incontra una band semisconosciuta, i Queen, gruppo di supporto nel tour britannico dei Mott. In quel periodo Peter continua a lavorare con altri grandi artisti, tra cui Mick Ronson, Lou Reed, Eno (Roxy Music), Supertramp, George Benson e Kevin Ayers, entrando a far parte dei Queen a tempo pieno nel 1975. Peter è stato assistente personale di Freddie Mercury e del bassista John Deacon, diventando in seguito capo della road crew dei Queen. Durante gli anni passati con i Queen, Peter coltiva la passione per la fotografia riuscendo a scattare foto intime e sincere della band in studio di registrazione, durante le riprese dei videoclip, le prove dei tour e, in rare occasioni, anche durante gli spettacoli dal vivo. Scatta inoltre alcuni ritratti alla band, diventati iconici. L’archivio di Peter Hince è unico e copre non solo un ampio periodo della carriera pubblica dei Queen, ma contiene anche rare immagini riprese dietro le quinte. Pur non essendo mai stato nominato come fotografo ufficiale dei Queen, la band si sentiva rilassata e a proprio agio con lui. “Durante gli anni con i Queen ero in una posizione privilegiata e poiché la band si fidava di me e delle mie macchine fotografiche, sono riuscito a catturare queste rare immagini. Potreste dire che sono stato fortunato, ma nella vita ho scoperto che più lavori duramente, più ti applichi, riconosci e cogli le opportunità, più sei fortunato”. Dopo l’ultimo tour dei Queen nel 1986, Peter ha avuto una carriera di successo come fotografo pubblicitario, continuando sempre a fotografare Freddie Mercury e gli altri membri della band. Peter Hince ha vinto premi internazionali per il suo lavoro commerciale e per le sue immagini subacquee in bianco e nero, che sono state esposte numerose volte. Nel 2009 il suo archivio fotografico dei Queen è stato esposto in Australia nella mostra intitolata “Queen – The Unseen Archive”. Nel novembre 2021 si è tenuta a Monaco di Baviera una nuova mostra di grande successo, per celebrare Freddie Mercury, in cui sono state esposte alcune foto di Hince. Peter ha anche trasformato la sua prima passione per la scrittura in un libro di memorie: “Queen Unseen”, acclamato dalla critica e pubblicato in oltre venti Paesi di tutto il mondo. Un nuovo libro fotografico che segue il viaggio di Peter con i Queen sarà pubblicato anche in Italia a fine febbraio a oltre 50 anni dal loro primo incontro. Oggi vive tra Londra e Monaco, scrivendo, esponendo e gestendo il suo archivio fotografico ed è spesso chiamato per rilasciare interviste e invitato a fare da relatore e rappresentante del mondo della musica negli anni ’70 e ’80.
“QUEEN UNSEEN | Peter Hince” a Milano è prodotta ed organizzata dalla Blu&Blu Network di Roma e realizzata in collaborazione con Fondazione Luciana Matalon e con il supporto di Anteo Palazzo del Cinema e Hard Rock Cafe Milan, due importanti special partner che promuoveranno in modi diversi l’evento.
La Fondazione Matalon, impegnata dal 2000 nella promozione dell’arte e della cultura per volere della sua fondatrice e artista Luciana Matalon, collabora con entusiasmo alla realizzazione del progetto espositivo milanese. I Queen rappresentano infatti un fenomeno culturale che ha significativamente rivoluzionato il mondo della musica, dell’arte e dello spettacolo. La documentazione fotografica di Peter Hince rappresenta un punto di vista iconico e unico del percorso artistico della band, che la Fondazione e il suo presidente, dott. Nello Taietti, sono lieti di poter annoverare all’interno del proprio programma espositivo dedicato alla fotografia e ai diversificati utilizzi di questo medium artistico.
“QUEEN UNSEEN | Peter Hince” prosegue inoltre all’Hard Rock Cafe Milan, il locale più rock’n’roll nel cuore del capoluogo meneghino di via Dante 5, che durante tutta la durata della mostra ospiterà sulle proprie pareti fotografie esclusive, cimeli e video musicali che gli appassionati della storica band potranno ammirare solo lì. Un viaggio esperienziale unico cha farà anche da trait d’union, infatti chiunque farà un acquisto al Rock Shop di Hard Rock riceverà un voucher da presentare alla mostra per richiedere il biglietto ridotto. Ma non solo, chi visiterà prima l’esibizione riceverà uno sconto da utilizzare al Rock Shop di Hard Rock Cafe Milan.
Anche per la tappa milanese i ringraziamenti vanno estesi a FAI – Fondo Ambiente Italiano, Multivision, Ledvision, Primafila Magazine, Franciosa Comunicazione, P&B Communication e la radio partner Radio Bruno.
La mostra sarà visitabile dall’8 febbraio al 21 aprile dal martedì alla domenica, dalle ore 10.00 alle ore 19.00, con costo del biglietto intero € 18,00 e biglietto ridotto € 12,00.
Maggiori informazioni sulla mostra, orari e giorni di apertura, acquisto e tariffe del biglietto sono disponibili sul sito www.queenunseen.it
Daniel D`Amico for SANREMO.FM