Qualcuno un tempo l’avrebbe chiamata muzak, altri forse fusion in modalità easy listening. Se c’è però una cosa che si può dire della musica di tatoff, contenuta nel suo nono disco in carriera, “Paisaje”, è che non si resta mai fermi ad ammirare lo stesso paesaggio, volendo assecondare tutto fin dal titolo.
Il cileno Renato Bavestrello, in arte tatoff, è un polistrumentista dedito perlopiù a basso e pianoforte. Con una discografia abbastanza frammentata alle spalle, composta di bozzetti a metà tra elettronica ambient e lente progressioni pianistiche, a questo giro Bavestrello punta a una vaga forma di compattezza, restituendo così una sorta di concept meditativo in cui la chiave di volta delle cinque partiture è la componente glitch.
Nelle tre piccole suite che sorreggono l’opera, come ad esempio l’ouverture iniziale “Falta”, domata da un pianismo aulico intervallato qui e là da micro-distorsioni, e la successiva “Caminando”, movimento agitato soprattutto dal basso in prima linea, il cileno gioca con i frammenti e le visioni di un giardino abbandonato, nello specifico anche immaginario, come ben espone la copertina da lui stesso realizzata.
A Bavestrello è stata diagnosticata la sindrome di Asperger all’età di 5 anni, di conseguenza la sua musica potrebbe in un certo senso riflettere la sua interiorità più nascosta. Così come la chiosa drum and bass di appena quaranta secondi (749″) e i due folli minuti scarsi di “Fingir” incarnano l’irrequietezza d’animo di un talento mai banale. Sono contrasti che nella title-track finiscono per fondersi, attraverso quattordici minuti in scia cosmica che sembrano venire ora da una sessione nascosta di Zanov, ora da un seminario di Squarepusher. Un ibrido inedito che proietta questo stralunato talento di Valparaiso in alto, verso un microcosmo di suggestioni personalissimo e assolutamente ben fatto.
19/02/2024
Antonio Santini for SANREMO.FM