voto
6.5
- Band:
OBSCURA QALMA - Durata: 00:15:52
- Disponibile dal: 02/02/2024
- Etichetta:
- Dusktone
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Tornano a proporci la loro musica, sotto l’egida della Dusktone, i veneziani Obscura Qalma, che tra EP e full-length (in realtà un unico episodio, “Apotheosis”, del 2021, seguito l’anno seguente dalla sua versione strumentale) mantengono un ritmo vivace di uscite.
La nuova opera, “Veil Of Transcendence”, consta di quattro brani per una ventina buona del loro blackened death metal sinfonico, che tanto deve a nomi quali Septicflesh, ultimi Behemoth e Dimmu Borgir del periodo post- “Spiritual Black Dimension”.
Ovviamente il genere ha delle coordinate molto specifiche che impediscono di astrarsi completamente dalle ispirazioni primigenie, e certamente i fan di un metal più minimale rimarranno ben distanti delle aperture magniloquenti di brani come “Enochian Abyss”, capace di alternare chiaroscuri piuttosto incisivi, composti da ritmiche sostenute, e divagazioni in cui invece l’orchestra prende il sopravvento.
La cosa succede anche nella conclusiva “Hexed Katharsis” con risultati apprezzabili, grazie anche a momenti dove aumentano i ritmi dell’animo più ‘metalloso’ del progetto, con un buon riffing e delle rasoiate chitarristiche non indifferenti. Saremo onesti, apprezziamo soprattutto queste parti, di “Veil Of Transcendence”, e non perché gli Obscura Qalma non siano in grado di proporre composizioni personali e di qualità, ma perché è proprio quando pestano di più sulle sfuriate più immediate che sembrano acquisire una propria dimensione, laddove nei momenti più orchestrali il fil rouge con ‘quegli altri nomi là’ è difficile da ignorare. Non che venga da fare chissà quale confronto, il genere è quello, ma allo stesso tempo ci sembra di ascoltare un po’ troppo un qualcosa di già sentito, e dispiace, vista la professionalità con cui viene presentato questo lavoro.
Forse anche il minutaggio non aiuta moltissimo, visto che il contenuto dell’EP è molto intenso e forse meriterebbe un po’ più di respiro dilatato. Ora: è del tutto un problema che in un genere, anzi un sottogenere, specifico, si fatichi a lasciare un segno tangibile del proprio passaggio e a suonare per forza diversi dagli altri? Non per forza secondo noi, e se siete fan dei gruppi sopracitati (o anche di Fleshgod Apocalypse o anche certi Rotting Christ, per dire) vi divertirete un bel po’, perché di ‘ciccia’ qui ce n’è, e anche gli ascoltatori più onnivori dovrebbero poter apprezzare.
Se invece amate il vostro metallo come dovreste amare il vostro whisky, cioè liscio con giusto un filo d’acqua, sarà meglio passare oltre.
Daniel D`Amico for SANREMO.FM