voto
6.5
- Band:
NIGHT CROWNED - Durata: 00:42:47
- Disponibile dal: 10/11/2023
- Etichetta:
- Noble Demon Records
Terzo album su lunga distanza per questa realtà svedese che ha saputo ritagliarsi un piccolo spazio nell’affollato underground scandinavo nel giro di pochi anni. Rispetto al recente passato, all’interno della band (formata, come già detto nelle recensioni degli album precedenti, da musicisti attivi in gruppi come Dark Funeral, Cipher System, Despite ed altri) c’è una new entry: si tratta del bassista P. Eldor Pettersson, già membro (come il batterista J. Jaloma) nei Despite.
Cambiano i componenti, ma non cambia in realtà la sostanza, ossia quella di un death-black metal sinfonico e assai melodico. Stilisticamente si prosegue di pari passo con quanto fatto nel predecessore “Hädanfärd”, tanto che sul nuovo “Tales” ritroviamo pregi e difetti del marchio targato Night Crowned. Con il passare delle release, la proposta sonora di questa band suona in effetti sempre più stantia, in quanto ci sono sempre meno soluzioni personali nel proporre un metal estremo educato e ben prodotto. Non basta alternare un brano con parti vagamente epiche come “She Comes At Night” ad uno più classicamente sinfonico e black metal come “Nattramn”. Sembra quasi che il gruppo non voglia ‘sporcarsi le mani’ nell’estremizzare il proprio sound; un sound di poco impatto per via di una produzione sin troppo perfetta e cristallina. Tale prodotto, offerto in questa veste, rimane estremo musicalmente, ma anche assai ammiccante e sembra essere rivolto ad un pubblico che si sta avvicinando pian piano al black metal. Non che i Night Crowned non fossero già tutto questo al debutto, ma la loro proposta suonava comunque più fresca di adesso e la commistione di vari influssi musicali in questo progetto sinfonico erano incastrati meglio.
Su “Tales” non ci sono oggettivamente brani davvero scadenti, ma emotivamente arrivano all’ascoltatore aridi e privi di profondità. Non servono brevi deviazioni con un cantato pulito seguite da un riffing di chitarra tirato e maestoso, come sull’emblematica “Flickhan Som Försvann”, per rendere un pezzo dinamico. I cambi di tempo, di mood, di melodie ci sono e sono qui presenti persino in quantità esagerata, ma mescolando tutto assieme il prodotto finale stavolta non sembra funzionare. Meglio brani come “Strandvaskarens Hymn”, che hanno un’identità più specifica senza abbozzare per forza di cose un caleidoscopio di influenze di vari sottogeneri musicali.
Le influenze in generale di questa band sembrano essere davvero troppe, dai Misteltein, a Borknagar, Cradle Of Filth, Keep Of Kalessin, Old Man’s Child e tanti altri (ognuno di voi potrà aggiungerne un paio, anche di più evidenti). In “Lupus Luna” (su cui c’è come ospite la cantante Therése Thomsson) ci sono pure influenze gothic e riff di chitarra in stile In Flames dei bei tempi che furono. Sempre a proposito di special guest, ha sicuramente più peso la presenza vocale del grande Jens Rydén (ex Naglfar) sul brano di apertura “De Namnlösa”.
Commercialmente, dunque, questo album è stato progettato in maniera perfetta per un pubblico magari giovane che vuole avvicinarsi ad un’opera di musica estrema sinfonica; difficilmente però ci ricorderemo tra qualche anno della suddetta release. Mezzo voto il meno ai Night Crowned per non aver voluto osare un po’ di più, pur avendo tutti i mezzi per farlo.
Daniel D`Amico for SANREMO.FM