voto
7.0
- Band:
NEGATIVE PRAYER - Durata: 00:29:02
- Disponibile dal: 01/03/2024
- Etichetta:
- Chaos Records
Streaming non ancora disponibile
Che la scena old school death metal statunitense contemporanea sia strettamente imparentata con l’underground hardcore-punk non è certo un segreto, perlomeno se si ha familiarità con il mondo DIY e con il background di vari esponenti di questa fortunata corrente di metallo della morte. Non stupisce quindi vedere un musicista come Kyle House – negli ultimi anni autore di numerose opere death metal con Decrepisy, Acephalix e Vastum – cimentarsi con sonorità più vicine al filone crust punk, anche se adeguatamente metallizzate in vari punti.
Con i Negative Prayer, il chitarrista/cantante americano avvia un nuovo sodalizio con il fido Charlie Koryn, batterista di Ascended Dead e Funebrarum, oltre che turnista per Incantation e Morbid Angel: il risultato è una mezz’ora scarsa a base di ruvidità assortite, con fondamenta punk d-beat che spesso si aprono a spunti più quadrati e rocciosi, facendo intravedere le altre esperienze e il vasto bagaglio di influenze del duo.
Rispetto a un gruppo crust medio, i Negative Prayer possono senza dubbio contare su una preparazione tecnica più elevata e su una visione musicale maggiormente ampia: ascoltando “Self // Wound” è chiaro che i ragazzi abbiano inteso il progetto come una valvola di sfogo per i loro istinti più primitivi, tuttavia una certa maestria nel variare il songwriting e nello strutturare le canzoni non può fare a meno di emergere anche in questo contesto volutamente più ignorante. Anziché impostare proprio tutto su continui assalti d-beat e riff essenziali e deraglianti, il disco trova il modo di porre l’accento anche su qualche apertura leggermente più ragionata, con stacchi in midtempo tutto sommato puntuali e qualche variazione a livello di mood e di incastri punk/metal che rendono lo sviluppo della breve tracklist piuttosto dinamico. Il finale del lavoro, ad esempio, colpisce prima per una piacevole cover di “Bloodfeast” dei Misfits e poi per l’ampio spazio concesso ad arie più dure e possenti nella lunga “Amputate”, traccia che si discosta di parecchio dal resto delle composizioni, sia a livello di indole che di struttura.
Nel complesso, “Self // Wound” riesce insomma a risultare gradevole e a farsi ricordare per un paio di spunti vagamente fuori dal coro; certo, l’influsso di gente come Wolfbrigade, Disfear e Driller Killer è indubbio, ma, come accennato, i brani evitano di sfociare nel d-beat più banale, aprendosi qua e là a registri in cui una perizia di stampo metal ha modo di farsi sentire e di lasciare la propria impronta, per un ascolto a conti fatti divertente.
Daniel D`Amico for SANREMO.FM