voto
7.5
- Band:
MADDER MORTEM - Durata: 00:48:14
- Disponibile dal: 26/01/2024
- Etichetta:
- Dark Essence Records
Streaming non ancora disponibile
Ci hanno abituati e ci sono abituati, i norvegesi Madder Mortem, alle sparizioni e alle improvvise riapparizioni. Eppure, come un monito di vita che torna imperituro in mente ogni tot di tempo, eccoli, immortali, al rientro sulle scene in questo freschissimo 2024 con un nuovo album, l’ottavo della loro carriera sulla lunga distanza, traguardo neanche troppo impossibile, se si pensa che il gruppo scandinavo vaga anarchico e solitario tra le steppe della scena metallica dal 1997.
Sono ben ventisette gli anni di età che i gemelli Agnete e BP M. Kirkevaag contano sulla schiena della loro creatura, e una manciata di più se consideriamo i primissimi anni trascorsi come Mystery Tribe, ma poco o nulla pare cambiato dalle loro origini: l’avantgarde progressive metal personalissimo ed eclettico che ha sempre distinto i Madder Mortem dal resto della ciurmaglia è come al solito qui, anche stavolta dotato di una vitalità invidiabile, di un’atmosfera unica e di una quota tecnica impressionante.
Cambiato nulla, vero, se si tiene conto dell’approccio alla composizione, libertino e apertissimo, ma cambiato tutto, al contrario, se invece consideriamo l’evoluzione stilistica della musica della formazione di Oslo. Oscurissimi e quasi criptici ad inizio carriera, probabilmente al top nel periodo 2001-2006, quello compreso tra “All Flesh Is Grass”, “Deadlands” e “Desiderata”, i Nostri sono andati via via ‘solarizzandosi’ un pochino, lasciando da parte un po’ di quel groove korniano che ne modernizzava i tratti progressivi e abbracciando influenze di svariato tipo, dalla psichedelia all’hard rock puro, dal thrash metal al doom, dal blues al cantautorato. “Eight Ways”, l’allora Top Album su queste pagine “Red In Tooth And Claw” ed il penultimo “Marrow” sono stati infatti tre conferme, tre certificazioni DOC dell’immensa bravura dei Madder Mortem.
Arrivati quindi alla pubblicazione di questo “Old Eyes, New Heart” tramite la Dark Essence Records e dotandolo inspiegabilmente di una copertina parecchio anonima rispetto alle ultime proposte, Agnete e compari non possono far altro che proseguire per la loro strada personale, sperimentale e ricercata, inanaellando dieci composizioni che spaziano dal piacevole all’impeccabile, dall’emozionante al travolgente, guidate dalla follia e dalla maestria vocale di una cantante unica nel suo genere, a questo giro più controllata rispetto alla media delle sue performance, ma anche più emozionale e sentita in vari frangenti.
Un’evoluzione interpretativa degna del suo mentore ispiratore, Mike Patton. Al suo fianco, i fedeli accompagnatori – il fratello BP alla chitarra e redivivo agli scream, Mads Solås alla cangiante batteria, Tormod Langøien Moseng al sempre efficace e presentissimo basso e Anders Langberg alla seconda chitarra – non deludono praticamente mai e modellano attorno alla loro punta di diamante brani validissimi che ondeggiano, sollevandosi e ribassandosi di intensità, lungo tutto il (giusto) minutaggio del lavoro; lavoro che non può meritare meno di un 7,5 doveroso ma che, ammettiamolo, non rientra certamente tra gli album da podio nella storia dei Madder Mortem.
Mentre alcuni brani, difatti, contengono colpi di genio assoluti (il riffing serratissimo di “Master Tongue”, il caracollare country-blues della stupenda “On Guard”, l’allegro e pulsante incedere di “Unity”, la doppia identità della cupa “Cold Hard Rain”), altri si attestano su di un’ampia sufficienza senza troppi colpi inferire – il rispolvero dell’influenza Tool nel singolo “Towers”, la docile ballata “Long Road” a chiudere, l’apertura affidata ad una “Coming From The Dark” che tarda a posarsi nella nostra scatola cranica. Resta comunque l’immensa classe di una band irripetibile ed inimitabile, capace se non di tramutare in oro qualsiasi partitura capiti lei a tiro, sicuramente di donarle il proprio tocco identificativo e ben riconoscibile.
Un altro album dei Madder Mortem da portarsi a casa, dunque, da ascoltare con tranquillità e pazienza e da mandar giù come un bel liquore d’annata. A piccoli sorsi, per una grande qualità.
Daniel D`Amico for SANREMO.FM