É uscito venerdì 2 febbraio 2024 su tutte le piattaforme digitali “Cerebal Surge OST“, il nuovo album del compositore e pianista Alberto Mancini (Deaf Kaki Chumpy, Motel Kaiju), colonna sonora del videogioco omonimo: un frenetico sparatutto ambientato in una città 3D in uno scenario post apocalittico.
Il videogioco racconta anche la storia di una setta che ha conquistato il mondo, da qui Alberto Mancini ha pensato di creare una colonna sonora partendo da alcuni cardini della musica sacra, ma anche ispirandosi avideogiochi ad alta tensione come “Ultrakill” o “Doom“. Il risultato è una colonna sonora intensa che mescola chitarre dall’influenza heavy metal, organi, cori, batterie e glitch elettrici.
Noi eravamo curiosi di conoscerlo meglio, e per farlo non abbiamo pensato format migliore del chiedergli quali fossero le sue cinque colonne sonore preferite. Ed ecco cosa ci ha raccontato!
INTERSTELLAR
Quando il film è uscito nel 2014 lo ho visto 3 volte, quella stagione, più un’altra volta durante uno speciale sei mesi dopo. Semplicemente aveva tutto quello che sognavo in un film: fantascienza, profondità, coerenza (quasi sempre), avventura, e un profondo significato di fondo.
La colonna sonora di Hans Zimmer è semplicemente perfetta. Non solo perché ha dentro di sé brani meravigliosi, ma soprattutto per la sua coerenza nel suo insieme. Si può tracciare una storia nella storia, in quella colonna sonora, dove una palette di suoni viene usata per dipingere tanti piccoli soggetti che fanno parte di un quadro d’insieme. È questo forse il compito più difficile del compositore: curare la musica di un film in modo che abbia il potere di raccontarci un lato di quella stessa storia, ma solo attraverso i suoni.
Andatevi a sentire “Stay” e godetevi tutto il meraviglioso crescendo che a una certa vi prende dritto allo stomaco, oppure “Message from Home” che ha ispirato il brano mio e di Andrea Daolio “Space pt.2” suonato con i Deaf Kaki Chumpy.
ANIMALI NOTTURNI
Il film di Tom Ford (Sì, lo stilista) ha una storia disarmante e tristissima. Non la tristezza acuta e volatile della gioventù, ma quella cruda e definitiva dell’età adulta. La musica di Abel Korzeniovski anche qui racconta proprio questo: è la sua perfetta rappresentazione. Ascoltate Wayward Sisters e capirete subito di cosa parlo.
Di questa musica mi piace tantissimo il metodo compositivo che riesce in qualche modo ad essere classico e super moderno, pur osando praticamente solo l’orchestra.
C’è un grande lavoro sul suono, registrando da vicino i vibrati degli archi a diversa velocità e mettendoli insieme; anche il violoncello solista viene preso da vicino, facendone sentire la matericità e la sua crudezza insieme. Alla fine del brano c’è l’accordo del Tristano e Isotta di Wagner, che nel mondo della musica è diventato il simbolo dell’amore “tossico”, come diremmo noi adesso. Quando ho visto il film con la mia ragazza di allora, ho continuato a pensarci e a parlarne per una settimana. E anche lei. Non ci davamo pace. 10/10.
GRIS
Sorpresa sorpresa, un videogioco. Un videogioco che sembra più vicina a un’esperienza sensoriale, a dire il vero. Ho iniziato a giocarci sotto il consiglio di non ricordo neanche chi, durante il covid, e vi giuro, non potevo credere che quello che sembrava un quadro davanti a me, fosse in verità una schermata di gioco con cui avrei interagito.
La storia totalmente senza parole: c’è questa ragazza che crolla in un mondo privo di colori (grigio) e man mano che avanza, passa attraverso il rosso, il blu, il verde eccetera, fino a ricostruire i colori del proprio mondo. C’è chi dice che sia una metafora del cordoglio, ma può essere applicato a tante cose.
Il fatto è che le immagini sono accompagnate da una musica e un sound design talmente poetici, che tu semplicemente ci rimani sommerso. Non stai giocando, stai sognando. Incredibile.
La colonna sonora è di Berlinist, un trio di Barcellona (tutto il videogioco è spagnolo.
Il brano Gris pt.1 è esemplificativo di tutto ma andatevi a sentire tutta la colonna sonora, di come i suoni vengono fatti rimbalzare da una parte all’altra, e di come la musica diventa con una semplicità devastante un ambiente in cui potersi aggirare. Ci sono alcune musiche che sono dei mondi. Secondo me, questa è una di quelle.
SPIDER-MAN: ACROSS THE SPIDERVERSE
Raga io non lo so perché questo film non ha preso nessun premio per la miglior colonna sonora. Neanche quest’anno agli oscar è stato calcolato. Incredibile.
Anche qui una scrittura per orchestra di Daniel Pemberton chiarissima, originale, con delle batterie DA PAURA che ti fanno ballare dall’inizio alla fine del film.
Ma è la mescolanza tra composizione e sound design che mi fa spaccare. Il suono di Prowler (nel primo film) è derivato da un barrito di elefante; ti capita di sentire hi-hat sono fatti prendendo un campione del suono che fanno le bombolette spray, o un tamburo suonato con dei pezzi di giornale. Scratch che vengono suonati in maniera artistica ed espressiva con l’orchestra, la batteria, i sintetizzatori, il tutto con un gusto stupendo. Va rivisto solo per concentrarsi su questo, e su tutti i rimandi che ci sono fra i vari temi. Vi lascio un podcast sulle colonne sonore che parla di questa in maniera meravigliosa, tenuto da Fabio Antonelli, se volete approfondire
LA LEGGENDA DEL PIANISTA SULL’OCEANO
Film del 1998 tratto da un libro di Baricco. Probabilmente l’unica volta che ci metti di più a vedere il film che a leggere il libro, visto che quest’ultimo è una robina, un copione teatrale da meno di 100 pagine. Una poesia devastante chiaramente.
E questo film, insieme col libro, è stato uno dei motivi del mio avvicinamento ormai definitivo al pianoforte. E grazie al Maestro Morricone per questa colonna sonora. Anche qui ascoltatela tutta, immergetevi tutti. Il mio brano preferito però non era suo, ma di un jazzista romano che si chiama Amedeo Tommasi. Lui ha scritto Danny’s Blues, un blues lento che è entrato a far parte del repertorio della mia primissima blues band, i Blues Tellers. Non posso dire di essere stato l’unico della band ad amare il film contando che il sassofonista Sebastian Pedrazzini ha un tatuaggio sul braccio con su scritto THANKS DANNY. Abbiamo fatto le cose fatte bene! Ci abbiamo pure messo un testo in italiano! Hehe.
Ma ascoltate anche Playing Love (Piano Version) voglio dire, io non farei un’introduzione così manco fra 100 anni. E probabilmente quella è stata improvvisata al volo, risistemata e registrata. Incredibile.
Poi oh, a dirla tutta, di recente io e tre miei amici abbiamo orchestrato tutto un concerto per orchestra su Morricone, e ci siamo resi conto che alla fine le progressioni che lui usa sono bene o male sempre quelle. Ma le melodie che tirava fuori, quelle no. Quello era genio puro. E si parla di uno che, se fosse stato per lui, forse avrebbe preferito fatto musica concreta per tutto il tempo.
Daniel D`Amico for SANREMO.FM