voto
6.5
- Band:
LARES - Durata: 00:27:38
- Disponibile dal: 12/04/2024
- Etichetta:
- Argonauta Records
Streaming non ancora disponibile
Quante cicatrici siamo in grado di celare al mondo esterno, nascondendoci dietro un sorriso resiliente? Partendo da questa domanda e nel tentativo di mettere in musica il disagio provato negli ultimi quattro anni, i berlinesi Lares compiono volutamente un passo indietro rispetto all’elegante miscela di post-metal taglio Isis e doom del secondo full-length “Towards Nothingness” (Argonauta Records, 2020) affidandosi alla forma ambiziosa della suite.
Strada impervia, quella scelta dal quartetto, una decisione scaturita dopo un intenso lavoro di affinamento in sede live e supportata dal poliedrico Luca Leprotti (David di Donatello nel 2021 per il film “Volevo Nascondermi” di Giorgio Diritti) al mixer e dall’esperto Brad Boatright (Audiosiege, Portland, già al master con Obituary e Corrosion Of Conformity) in fase di masterizzazione, che hanno optato per un suono più grezzo e marcatamente black.
“Et In Arcadia Ego” si sviluppa lungo ventisette minuti, divisi idealmente in tre movimenti, che esplorano gran parte dei lidi estremi conosciuti dai frequentatori di questo sito: la prima sezione si apre con un minaccioso bordone che viene sovrastato dalle percussioni, quasi annunciasse un temporale e poi sfocia in un furioso tema black metal soffiato dalle foreste dove dimorano i Wolves In The Throne Room, per poi immergersi quietamente nei territori doom già battuti dagli Ahab.
Il secondo movimento è oggettivamente meno riuscito, perché gli arpeggi post-punk che lo introducono (come se i The Cure di “Seventeen Seconds” fossero entrati per sbaglio in studio) lasciano presto il posto ad una lunga ed acida divagazione di elettrica che non ha una direzione ben definita (a poco serve la breve coda black metal che la chiude), mentre la terza sezione lambisce i territori funeral death doom dei Funeralium, per poi tracimare, durante l’estenuante finale, nella drone music.
I Lares ci abbandonano così, nel nulla, con la sensazione di non aver sviluppato abbastanza idee per un album completo, ma al tempo stesso di averne stipate troppe all’interno di un solo brano, sia pure di durata superiore ai venti minuti. “Et In Arcadia Ego” è comunque un esperimento coraggioso che non prosegue la strada confortevole dei lavori precedenti e che, al netto di qualche innegabile passaggio a vuoto, lascia una sana curiosità per la futura direzione musicale della band.
Daniel D`Amico for SANREMO.FM