voto
8.0
- Band:
KARMA - Durata: 00:54:19
- Disponibile dal: 27/10/2023
- Etichetta:
- Vrec Music Label
Spotify non ancora disponibile
Il nome dei Karma rimanda ad un periodo lontano, in cui il cosiddetto indie italiano viveva una stagione florida e rigogliosa; quell’etichetta aveva un significato differente rispetto a quello attuale e veniva usata per definire uno stuolo eterogeneo di band ed artisti che non rientravano esattamente nel circuito mainstream, pur avendo provenienze tra loro diverse.
In questo scenario, i Karma erano sicuramente tra i gruppi con un suono più particolare, un affascinante alternative rock che affondava le proprie radici nel grunge e nella psichedelia e non disdegnava l’utilizzo di sonorità etniche; ma la loro esperienza durò pochi anni e produsse appena due album, “Karma” ed “Astronotus”, fino allo scioglimento avvenuto nel 1997 ed interrotto solamente nel 2010 per una serie di date dal vivo.
Sarà una motivazione banale o scontata, ma la spinta a questa reunion è arrivata dalla pandemia: questi mesi terribili che, in un certo senso, ci hanno costretto all’isolamento, sono stati per alcuni occasione per ritrovare se stessi; e così David Moretti, cantante e leader della formazione, ha rispolverato vecchi demo che, fusi con nuove idee, hanno dato vita a questo “K3” il quale, come vedremo, percorre nuove strade ma mantiene saldi i legami con le origini.
Come è normale che sia, essendo passati ben ventisei anni, i tempi in cui il video de “Il Cielo” passava in heavy rotation sono purtroppo lontani, e questi nuovi brani sembrano aver assorbito molto di ciò che è successo in questo lungo lasso di tempo: l’irruenza ha lasciato il posto ad una certa eleganza, i suoni sono meno ruvidi e più raffinati, si sentono Tool, Deftones, Radiohead, derive post-rock e l’alternative rock più sofisticato, ma soprattutto si percepisce una forte personalità e la ricerca continua di una complessità che vada controcorrente; forse l’utilizzo della lingua italiana potrà nascondere questo sforzo, poiché si tenderà a dare risalto a testi che sono al di sopra della media, ma musicalmente si va ben oltre la ristretta scena nostrana (Moretti vive e lavora da anni in California, e magari questi stimoli vengono proprio da lì).
Ora è lecito domandarsi cos’è rimasto dei vecchi Karma, e la risposta è: molto.
L’impeto grunge di cui avevamo parlato ad inizio recensione riappare solo a tratti, è vero, ed è soprattutto racchiuso nella voce calda e passionale, ma il tempo non ha scalfito quella poetica e quella spiritualità che – come e più che in passato – sfociano in riflessioni intense e profonde, caratteristica fondamentale della musica dei lombardi fin dal principio.
Un esempio calzante è “Atlante”, che descrive in maniera perfetta il rapporto circolare tra padre e figlio, ma anche “Abbandonati A Me”, un pezzo sulle paure che incombono su di noi e su come affrontarle; il furore giovanile fa capolino ancora una volta in canzoni improntate sui riff vecchia maniera come “Neri Relitti” e “Corda Di Parole”. I due pezzi che, però, si ergono come i più rappresentativi, sono “Il Monte Analogo”, diretto e lineare, ispirato ad un romanzo di René Daumal in cui la scalata ad una montagna è sinonimo di liberazione, e l’ambiziosa “Goliath”, una sorta di suite che parte dilatata per poi esplodere in modo fragoroso con le sue spigolose chitarre. La chiusura è affidata, secondo tradizione, alla canzone più lunga dell’album, la sensuale “Eterna”.
“K3” può essere visto come un nuovo debutto da parte di un gruppo sopravvissuto ad una scena che è implosa e non esiste più per come la si intendeva nel suo momento migliore, oppure come un ritorno dopo anni di assenza: in ogni caso, si tratta di un album che colpisce per il suo essere vivo, vero, palpitante, e per le emozioni che sa regalare.
Daniel D`Amico for SANREMO.FM