I Trash Can Sinatras rappresentano da decenni un punto di riferimento per gli appassionati del sophisti-pop, facile dunque immaginare l’interesse suscitato per la pubblicazione del primo album solista del cantante del gruppo scozzese, John Douglas. Ad alcuni sembrerà strano che il musicista abbia atteso più di trent’anni prima di affrontare quest’avventura in solitaria, ma in verità l’album non nasce dall’esigenza di separarsi dal gruppo madre – i Trash Can Sinatras restano un collettivo affiatato e tuttora sostenuto da un fedele e cospicuo numero di seguaci – quanto di trovare una dimensione live congeniale all’autore e quindi più agevole da portare in scena.
“John Douglas” è un disco che appaga l’anima da troubadour del cantautore scozzese, un progetto nato casualmente su insistenza di amici e colleghi – l’ex-Bible Boo Hewerdine e la cantautrice Jill Jackson – nonché incoraggiato dalla necessità di ritrovare l’ispirazione.
Douglas ha scelto nell’immenso repertorio dei Trash Can Sinatras le canzoni più adeguate alle proprie capacità vocali, nel frattempo ha ripreso a scrivere brani idonei per un live set acustico e infine con l’aggiunta di una cover di un brano dei Prefab Sprout ha completato il repertorio per dar via a questa nuova avventura.
Solo quattro ore di registrazioni e non più di tre take per ogni brano: l’album di John Douglas ha tutte le credenziali necessarie per incantare non solo chi potrà seguirne l’attività live, ma anche per chi, impossibilitato da ragioni logistiche, vorrà apprezzarne tutta la forza comunicativa. Con al banco di produzione l’esperta mano di Mark Freegard (New Model Army, Lush, The Breeders, Del Amitri, Marillion), Douglas mette al centro delle proprie performance la forza intrinseca delle composizioni: la celebre “Weightlifting” non perde nemmeno un briciolo della propria intensità armonica e capacità comunicativa, anche la versione di “We Let The Stars Go” dei Prefab Sprout va ben oltre le aspettative, mantenendo immacolato tutto il proprio fascino in questa sentita ed elegante versione per chitarra e voce.
Disco non facile da apprezzare con un ascolto superficiale e distratto, l’esordio solista di John Douglas non è destinato a rivoluzionare lo stato delle cose della moderna scena musicale, resta però indiscutibilmente una meritevole raccolta di canzoni folk-pop. Temperamento e personalità sono il vero perno della musica dell’artista scozzese, un archetipo espressivo fatto di arpeggi chitarristici limpidi, di intense e profonde interpretazioni vocali e di progressioni armoniche solo apparentemente semplici, elementi che donano a ogni brano una singolarità apprezzabile. Che siano le già note “Leave Me Alone”, “The Sleeping Policeman” e “Oranges & Apples” dei Trash Can Sinatras o i pochi preziosi inediti (“Lost”, “Always”), queste sono canzoni da assaporare con calma e dedizione. Un disco non per tutti, che onora la grande tradizione della musica scozzese.
12/11/2023
Antonio Santini for SANREMO.FM