La carriera di Dirk Serries ha dell’incredibile. Da giovanissimo è stato tra i più brillanti interpreti del suono post-industriale. Nel decennio successivo ha collaborato con giganti come Asmus Tietchens, Steve Roach, Robert Rich e Sam Rosenthal. Dal 1984 al 2007 ha pubblicato un mare di album di meravigliosa dark-ambient che ancora oggi brilla nell’universo della musica elettronica. Quindi, la svolta. Prima con progetti legati al post-rock. Infine con il jazz.
Nasce proprio nel 2007 l’etichetta A New Wave Of Jazz, che nel giro di pochi anni diventa un catalizzatore per la scena free-jazz, non solo europea. Dirk suona la chitarra acustica nella maggior parte dei dischi in catalogo. La musa ispiratrice è Derek Bailey: non poteva mancare, quindi, nella sterminata discografia del musicsta belga un gruppo che si ispirasse alla Company del celeberrimo chitarrista inglese. Con questo spirito viene creato l’Impetus Group. Seguendo lo spirito dei collettivi di improvvisatori degli anni 60 e 70.
Dopo una prima apparizione il 17 novembre del 2019 – prontamente fotografata da una registrazione della ANWOJ “Live At Hundred Years Gallery November 17th, 2019” – il 26 febbraio del 2022 l’Impetus Group si reincarnava in un supergruppo formato da Colin Webster (alto sax), Dirk Serries (chitarra), Martina Verhoeven (piano), Teun Verbruggen (batteria) e Tom Jackson (clarinetto): “Density Dots” è il ricordo di una manciata di sessioni di registrazione nel Sunny Side Inc. Studio di Anderlecht, in Belgio.
L’album si apre su timbri claudicanti che sembra stiano chiedendo il permesso di entrare nel salone del gran ballo. L’orchestra sta scaldando i motori. Serries accenna scale impetuose seguendo il pianoforte di Martina Verhoeven. Scorrono così i primi minuti di “Unitary Mark”: tutti i sensi sono allertati per l’imminente terremoto. Che non tarda ad arrivare: gli otto minuti abbondanti di “Subfield” sono il primo piatto di una impetuosa ascensione nel mondo del free jazz, con la batteria di Teun Verbruggen a tenere insieme le voci dei solisti in libertà.
La tensione rimane costante per tutti i cinquanta minuti di durata del disco. Fino al gran finale dell’omonima “Density Dots”, dove Serries dimostra ancora una volta di saper condurre chi lo ascolta in uno stato di trance.
29/12/2023
Antonio Santini for SANREMO.FM