The 1974 Live Recordings
Bob Dylan and The Band
Nel gennaio e febbraio del 1974 Bob Dylan e The Band hanno fatto 39 concerti in 21 città americane. Il tour del ’74 era il primo di Dylan dopo otto anni, ma anche il suo primo in assoluto nei palazzetti, luoghi oggi consueti per il rock che però solo pochi anni prima non erano inimmaginabili per i concerti. Il carico di lavoro era pesante (si arrivava a stare anche a cinque ore sul palco ogni giorno), ma la novità di esibirsi in quei posti ha contribuito a creare un’atmosfera di festa sfrenata. Il tour de force ha inevitabilmente iniziato a ripercuotersi sulla voce di Dylan. Secondo l’autrice delle note di copertina Elizabeth Nelson questi show hanno segnato il momento in cui il deterioramento della voce di Dylan si è fatta evidente. Nei momenti migliori di questo colosso da 27 CD l’umore di Dylan è rilassato e lo sentiamo esplorare con impegno brani come Gates of Eden e It’s Alright, Ma (I’m Only Bleeding). Impressiona la quantità di sfaccettature di queste canzoni (e non solo queste) che Dylan svela esecuzione dopo esecuzione. (MM)
1964 US Albums in Mono
The Beatles
Strano, ma vero: all’epoca la casa discografica americana dei Beatles, la Capitol, decise di non pubblicare i loro album in versione originale, preferendo smembrarli per ottenere un numero maggiore di prodotti, così da sfruttare quella che consideravano una moda prima che si esaurisse. Risultato: l’America ha ascoltato un catalogo dei Beatles completamente diverso rispetto al resto del mondo e gli album originali inglesi sono stati pubblicati negli Stati Uniti solamente nel 1987. I Fab Four non hanno avuto nulla a che fare con l’assemblaggio del loro disco d’esordio in America, Meet the Beatles, ma è comunque nato un classico senza tempo del rock’n’roll. 1964 US Albums in Mono raccoglie i loro primi sette LP americani su vinile, comprese le compilation leggendarie Something New e Beatles ’65 e il molto meno leggendario audiodocumentario The Beatles Story. Le nuove versioni su vinile in mono eliminano anche il famigerato problema dello “pseudo stereo” e del famigerato effetto eco aggiunto dalla Capitol, per cui i dischi finalmente suonano benissimo, come avrebbero meritato all’epoca. (RS)
Blue Album (30th Anniversary Edition)
Weezer
C’è un filo che penzola da questo cofanetto dei Weezer. Se lo tiri, l’album resta “nudo”, svelando demo, versioni provvisorie di brani, incisioni live e session per la BBC, il tutto abbinato al disco originale in un box da tre CD. La band si è sforzata di offrire uno sguardo a 360° sul debutto del 1994, includendo tutti i demo del Kitchen Tape coi brani nella sequenza originale prevista per Weezer. Nel box set si ascoltano tutti gli step dell’evoluzione dei pezzi: lo strano campionamento rap poi saggiamente eliminato in Undone (The Sweater Song), una Buddy Holly acustica, una prova in garage in cui rifanno Just What I Needed dei Cars (che preannuncia l’arrivo del frontman di quella band, Ric Ocasek, a produrre il Blue Album), una versione dal vivo di Jamie e una take 5 in studio della stessa canzone che fanno capire molto bene che questa B side meritava di entrare nell’album. Il risultato è una ristampa unica e sorprendente. La nudità è una buona cosa. (KG)
King of America & Other Realms
Elvis Costello
Negli anni ’80 Elvis Costello si è dato alla proto Americana con Almost Blue e King of America che hanno segnato l’inizio di una lunga storia d’amore con la musica delle radici. Questa raccolta di sei dischi relativi a quella parte della carriera di Costello include King of America e le immancabili rarities del periodo (fra cui una vecchia versione molto differente di I Hope You’re Happy Now, finita poi in Blood and Chocolate), oltre a un live energico dal piglio rockabilly alla Royal Albert Hall di Londra del 1987. Nel resto del box ci sono altri brani rootsy tratti da diversi album pubblicati in seguito come The Delivery Man e la collaborazione con Allen Toussaint. Ancor più dell’amore inesauribile di Costello per la musica americana, sorprende la naturalezza che sfoggia: che si avventuri nel bluegrass o canti con Rosanne Cash e Kris Kristofferson, non dà mai l’impressione d’essere un… impostore. (DB)
Talking Heads: 77 (Super Deluxe Edition)
Talking Heads
Si vestivano come studenti squattrinati, cantavano della vita moderna con un tocco inquietante di distaccato ottimismo e avevano un sound teso, scarno, nervoso, ma allo stesso tempo stranamente accessibile, senza dubbio orecchiabile e un po’ funk. L’edizione super deluxe del debutto del 1977 contiene quattro LP e quattro 7”, ma sono disponibili anche una versione con tre CD/Blu-ray, una con due LP e una digitale. Tra gli ottimi contenuti extra ci sono chicche non direttamente collegate all’album (come Sugar on My Tongue, I Want to Live e Love Goes to Building on Fire), alternate take tra cui una versione di Psycho Killer insieme alla leggenda della scena musicale newyorkese Arthur Russell, e un concerto dell’ottobre 1977 al CBGB. C’è anche un libro bellissimo di 80 pagine con foto inedite, volantini, artwork e scritti firmati da tutti i componenti della band. (JD)
Miles in France 1963 & 1964
Miles Davis Quintet
Questo splendido cofanetto da otto LP raccoglie le prime esibizioni del Second Great Quintet di Miles Davis: il pianista Herbie Hancock, il bassista Ron Carter, il batterista Tony Williams e George Coleman, che ha suonato il sax tenore per tre sere ad Antibes, in Francia, prima d’essere sostituito da Wayne Shorter per un doppio concerto a Parigi, un anno dopo. La nuova line-up affronta il repertorio di Davis con arrangiamenti dall’impatto fortissimo e partendo per tangenti talmente brillanti da far venire i brividi. Il gruppo dà il massimo anche se non sempre tutto gira al meglio negli show di Antibes, dove Coleman si deve spingere un po’ oltre la sua portata. Ma con Shorter a bordo, il gruppo decolla. Nei due set parigini, la band è dinamica e irresistibile. Le versioni scattanti di So What di entrambe le line-up lo dicono chiaramente: avevano fretta di cambiare un’altra volta il corso della musica. (MM)
Ill Communication (30th Anniversary)
Beastie Boys
Nel 1994 i Beastie Boys erano la band più cool del pianeta, erano co-headliner al Lollapalooza, gestivano una propria etichetta/fanzine chiamata Grand Royal. Ill Communication è il loro ultimo album veramente geniale, un’odissea sfrenata in chiave b-boy ricchissima di riferimenti, in cui passano dall’atmosfera stile fiesta con loop di flauto di Sure Shot al featuring con Q-Tip di Get It Together, per arrivare all’esplosione funk-punk di Sabotage. Nel mentre, si dichiaravano fieramente buddisti e antisessisti, costringendo i macho nel pit del Lollapalooza ad abbassare la cresta. L’edizione deluxe per il trentesimo anniversario spalma l’LP originale su quattro facciate di vinile, con l’aggiunta di un album bonus con remix, pezzi live, B side e altre rarità. In Sure Shot, Mike D si vantava profeticamente di “ascoltare ancora il vinile, senza usare il CD”. Ora potete godervi un grande disco nel formato corretto, come Dio (e Mike D) comanda. (JD)
Mind Games: The Ultimate Collection
John Lennon
Questo cofanetto super deluxe prodotto da Sean Ono Lennon, con sei CD e due Blu-ray, dimostra che Mind Games è sempre stato un’opera d’arte. L’edizione speciale è un cubo da 33 centimetri di lato inserito in una riproduzione della Danger Box, la scultura di Yoko Ono. Il cuore della raccolta è costituito dall’album di Lennon declinato in diversi modi: Ultimate Mixes (ogni brano in uno spettro stereo più ampio, accantonando di fatto la visione claustrofobica alla Phil Spector di Lennon), Elemental Mixes (che riduce all’osso i pezzi), Raw Studio Sessions e altre interpretazioni interessanti delle canzoni. La somma delle parti costituisce un unicum straordinario ed evidenzia una quantità di sfaccettature che dimostrano che Mind Games era più di «un semplice album», come l’ha definito una volta Lennon. (KG)
Synchronicity 40: Super Deluxe
The Police
I sei dischi per il quarantennale di Synchronicity svelano tutti i trucchi dei tre “prestigiatori” grazie a ore di demo, versioni alternative con testi diversi, outtake e registrazioni dal vivo. Alcuni pezzi recuperati dagli archivi suonano persino meglio di quelli finiti nell’album, altri sono quasi imbarazzanti, ma tutti raccontano il processo di creazione di un disco che all’epoca il New York Times ha paragonato a Sgt. Pepper’s. Le cose più interessanti emergono dal confronto tra i demo di Sting e le interpretazioni dei brani della band al completo, perché si sente come il chitarrista Andy Summers e il batterista Stewart Copeland li hanno trasformati in pezzi dei Police. La dimostrazione che la sincronia perfetta si raggiunge solo in momenti eccezionali, anche se è necessario un lungo lavoro di preparazione affinché accada. (KG)
Friend of the Devils: April 1978
Grateful Dead
Friend of The Devils: April 1978 contiene otto live inediti del tour della primavera del 1978, tutti registrati dalla mitica Betty Cantor-Jackson. C’è la prima esecuzione in assoluto di Space dopo Rhythm Devils, una combo che si sarebbe poi evoluta nel pilastro dei live Drums>Space. Nello show del 12 aprile alla Duke University c’è una versione incredibile di 22 minuti di Rhythm Devils con Jerry Garcia che suona lo steel drum. Un altro highlight è nell’esibizione del 16 aprile a Huntington, West Virginia, quando arriva la transizione da Scarlet Begonias a Fire on the Mountain. L’edizione limitata a 10 mila copie numerate include 19 dischi, un libro di 48 pagine con commenti e foto, un artwork originale di Matthew Brannan e un wave drum per chi volesse accompagnare i Dead durante l’ascolto. (AW)
Retrospective: Selected Recordings 1973–2023
Bryan Ferry
Bryan Ferry ha mosso i primi passi nei panni di cantante-divo-visionario dei Roxy Music, ma ha cominciato a far dischi da solo quasi subito dopo. Retrospective è un viaggio nel suo lavoro solista che si snoda in cinque dischi, fra cover un po’ trash ma struggenti di vecchi brani di These Foolish Things, le ruminazioni strappalacrime di The Bride Stripped Bare e il luccichio anni ’80 di Boys and Girls. Il box mostra tutto il suo genio pop eccentrico, dalla torch song malinconica When She Walks in the Room alla seducente e fascinosa Slave to Love, e sono incluse anche le riletture jazz di alcuni classici dei Roxy con la Bryan Ferry Orchestra. I fan irriducibili potrebbero obiettare che mancano brani cult tipo Party Doll, ma tra gli inediti spicca il trip hop del 1993 di Mother of Pearl con Ronnie Spector. (RS)
Archives Vol. III (1976-1987)
Neil Young
Il terzo volume degli Archives di Neil Young copre il periodo dal 1976 al 1987, 11 anni caratterizzati da alcuni trionfi e qualche lavoro sconcertante “di genere” che ha spiazzato i fan e fatto infuriare la sua etichetta. Ci sono anche 15 pezzi assolutamente inediti, così ora i fan potranno finalmente ascoltare Lady Wingshot, il tributo ad Annie Oakley risalente al periodo di Comes a Time, e gustarsi bizzarrie come Island in the Sun del 1982, una canzonetta tranquilla dal sapore tropicale da non confondere col brano omonimo dei Weezer. Come sempre, ci sono alcune perle dei Crazy Horse, come un concerto in un club del 1984 (sul 14° disco) in cui vengono eseguite versioni ancora non definitive di pezzi di Landing on Water come Violent Side e I Got a Problem. L’apice è la versione ruvida e nervosa da 11 minuti di Touch the Night, forse la sua canzone migliore di quel decennio. (AM)
Pyromania (40th Anniversary)
Def Leppard
Il box super deluxe con quattro CD (e un Blu-ray) dedicato al primo capolavoro hard rock dei Def Leppard non è solo una celebrazione della band. È anche, per estensione, un tributo al grandissimo produttore Robert “Mutt” Lange che, fra l’altro, ha lavorato anche a Back in Black degli AC/DC e a Hysteria sempre dei Leppard. Questo perché la raccolta include versioni demo ruvide e illuminanti che mostrano il dna di ogni pezzo. Negli strumentali grezzi di Too Late for Love e Billy’s Got a Gun si intravede l’ossatura di quelle che sarebbero diventate alcune fra le canzoni migliori del disco. A ogni passaggio successivo nell’evoluzione dei brani si sente come Lange abbia sistemato e messo a punto ogni cosa, alzando il rullante, levigando i cori, chiamando Thomas Dolby a suonare le tastiere. La registrazione live del 1983 inclusa è un giro trionfale in cui finalmente, dopo tante versioni, canzoni come Photograph suonano pienamente compiute. (KG)
How to Dismantle an Atomic Bomb (20th Anniversary Edition)
U2
Gli U2 hanno impiegato più di un anno per incidere How to Dismantle an Atomic Bomb, cambiando più o meno cinque produttori e lavorando a una quantità assurda di canzoni in un processo estenuante. Per celebrare il ventennale del disco la band ha setacciato gli archivi per assemblare la raccolta di outtake How to Reassemble an Atomic Bomb. Tra i brani di spicco figurano Happiness col suo piglio funk, l’inno Country Mile e Theme From The Batman, una canzone deliziosamente scherzosa che Edge ha scritto per un cartone animato di Batman (alla fine è stato utilizzato un altro pezzo). La versione originale era abbastanza solida da aggiudicarsi un Grammy come album dell’anno, battendo Late Registration di Kanye West, ma questa raccolta prova che gli U2 avevano le carte in regola per migliorare ulteriormente il tutto. L’LP è incluso in un cofanetto di cinque dischi che contiene anche una versione rimasterizzata del lavoro originale, dei remix e le registrazioni di un concerto del 2005 a Chicago. Esiste anche un’edizione su doppio LP in vinile. (AG)
Archives – Volume 4: The Asylum Years (1976-1980)
Joni Mitchell
Archives – Volume 4 copre un arco temporale di appena cinque anni, ma Joni Mitchell in quel periodo ha percorso molta strada: ha partecipato alla Rolling Thunder Revue di Bob Dylan e ha compiuto un enorme balzo creativo (a volte sconcertante), arrivando ad avvicinarsi alla fusion col leggendario Hejira del 1976, Don Juan’s Reckless Daughter del 1977 e Mingus del 1979 (quest’ultimo in collaborazione col grande jazzista Charles Mingus). Ci sono diverse chicche e rarità qui, come la splendida versione embrionale di Paprika Plains e uno strumentale per pianoforte di 12 minuti che il produttore Henry Lewy ha registrato di nascosto e ha chiamato Save Magic. Poi ci sono le prime volte dal vivo di classici come Coyote. Presentandola, Joni confessa al pubblico della Rolling Thunder di non essere sicura che sia finita. «Forse mancano ancora un paio di versi», dice. Allora come oggi, ovunque lei decida di andare, noi la seguiremo. (AM)
Rock‘n’Roll Star!
David Bowie
Il genio di David Bowie non stava solo nella maniera in cui reinventava i suoi personaggi, ma anche nel modo in cui ne occultava la costruzione. Il cofanetto Rock‘n’Roll Star!, cinque CD e un Blu-ray, alza il sipario sulla genesi di Ziggy Stardust con versioni demo inedite, outtake e riproduzioni di quaderni e testi scritti a mano. Documenta l’evoluzione della visione che Bowie aveva di Ziggy Stardust, da concept sul tema di quello che lui stesso definiva «l’archetipo della rockstar messianica» a punto di riferimento androgino all’insegna dell’inclusività. Gli highlight sono registrazioni rare come un’interpretazione intimista di Lady Stardust, con la voce guida di Bowie sorprendentemente timida e delicata, che sembra stia cantando solo per te e non in piena modalità Ziggy, e una versione più dura del pezzo scartato Looking for a Friend. Le perle più rare sono le outtake come Shadow Man, commovente e introspettiva, e It’s Gonna Rain Again, un pezzo bizzarro e drogato, alla Buddy Holly, che avrebbe meritato di essere pubblicato molto tempo fa. (KG)
Hear My Song: The Collection 1966-1995
Laura Nyro
Laura Nyro è mancata nel 1997, ma la sua influenza è percepibile in molta musica pop. Lo conferma il cofanetto Hear My Song: The Collection 1966-1995 che contiene 19 CD, tra cui i suoi 10 album in studio, dal debutto del 1967 More Than a New Discovery fino al disco postumo del 2001 Angel in the Dark. I primi lavori di Nyro, Eli and the Thirteenth Confession del 1968 e New York Tendaberry del 1969, sono stati di grande ispirazione per la crescita del movimento dei cantautori nei primi anni ’70. In un momento in cui altri artisti della scena si orientavano verso il folk, lei ha incorporato influenze soul, gospel e jazz (Gonna Take a Miracle del 1971 è una collaborazione con le Labelle). «Ha scritto canzoni che non avevano un punto di riferimento preciso», scrive Elton John nell’introduzione del libretto contenuto nel box. «Rimangono uniche e assolutamente affascinanti ancora oggi, proprio come quando le ho ascoltate la prima volta, negli anni ’60». (AM)
Anche se il Re ha tenuto banco a Las Vegas e ha inciso delle grandissime hit a Nashville, la sua eredità musicale non sarebbe ciò che è senza Memphis. Questo cofanetto di cinque CD e due LP, che prende il titolo dal nome della sua città d’adozione, raccoglie tutte le sue registrazioni effettuate a Memphis, offrendo sia agli irriducibili di Elvis che ai fan occasionali uno dei tour più completi dedicati alla sua storia in quel luogo. Ci sono il big bang delle registrazioni ai Sun Studio, il funk delle session per la Stax e le incisioni finali a Graceland, nella quasi leggendaria Jungle Room. Come accade a molti dei dischi postumi di Presley che escono ogni anno, Memphis funziona anche grazie alla mano esperta dell’ingegnere Matt Ross-Spang, che ne ha curato il remix. Escludendo le prime sessioni per la Sun, Ross-Spang ha eliminato tutte le sovraincisioni per creare un effetto che ricordi ciò che Elvis sentiva uscire dalle casse mentre cantava dal vivo. È una scarica di energia che riesce ancora a turbare. (JH)
At the BBC – Complete BBC Concert & Session Recordings 1970-1973
Faces
I Faces di Rod Stewart, Ron Wood e i loro compari scalmanati si presentavano come la banda di zoticoni del rock’n’roll londinese più sgangherata, divertente e dissoluta che si potesse incontrare al pub. In At the BBC trascinano il pubblico di un programma radio nazionale nel loro pub preferito. Il leggendario John Peel era il loro uomo alla BBC (i Faces sono stati l’unica band che ha invitato al suo matrimonio). Il cofanetto è composto da otto CD che coprono il periodo dal 1970 al 1973, più un Blu-ray di filmati televisivi in gran parte inediti fino a oggi. Ma non è troppo: anzi, questo è il primo documento che rende giustizia ai Faces come live band, grazie all’anima grezza e onesta di pezzi come Stay With Me, Cindy Incidentally ed Every Picture Tells a Story. C’è anche una strana performance natalizia del 1970: solo Rod e i Faces potevano trasformare in una festa Away in a Manger, con Marc Bolan nel coro. (RS)
Dr. Feelgood (35th Anniversary)
Mötley Crüe
Quando nel 1989 i Mötley Crüe hanno inciso col produttore Bob Rock il quinto album in studio, avevano raggiunto un livello di sobrietà e una tale professionalità nel songwriting da permettere loro di fare un disco grandioso, a partire dalla title track e Sticky Sweet fino a pezzi grintosi e incredibilmente orecchiabili come Kickstart My Heart e Same Ol’ Situation. I ragazzi dei Metallica sono rimasti impressionati dal disco al punto di ingaggiare Rock per essere sicuri di avere lo stesso suono di batteria. La ristampa per il 35° anniversario (disponibile su CD o vinile in edizione limitata) comprende due dischi aggiuntivi di demo e chicche tratte dal tour di Dr. Feelgood. Come si addice a uno dei gruppi rock più esagerati degli anni ’80, il cofanetto contiene anche alcuni gadget come un poster di 45 x 60 cm, una riproduzione del pass per il backstage, un itinerario del tour di Dr. Feelgood di 16 pagine, un press kit col comunicato stampa originale e la foto per l’album, una cartella clinica e un plettro per chitarra. (JD)
Schede di David Browne, Jon Dolan, Andy Greene, Kory Grow, Joseph Hudak, Angie Martoccio, Michaelangelo Matos, Rob Sheffield, Alison Weinflash. Da Rolling Stone US.