In ambito metal estremo, la prima considerevole fiammata di questo 2024 ci arriva da Cracovia, grazie al brillante esordio degli Hauntologist. La line-up è composta da Darkside e The Fall (qui voce, basso e chitarra), due personaggi molto noti nella scena, considerando che entrambi suonano nei Mgła (Darkside, ovvero Maciej Kowalski, è anche il batterista dei Kriegsmaschine).
Trattandosi, dunque, di un side-project, l’approccio degli Hauntologist è inevitabilmente diverso rispetto a quello della band madre, nonostante resti praticamente immutata quella carica viscerale tipica di molti gruppi polacchi dediti a tali sonorità. Ad ogni modo, “Hollow” si spinge con costanza verso territori spudoratamente post-black, mostrando fin dalla copertina meno intenti filosofici ma una maggiore propensione per la decadenza dei nostri tempi. Un incubo (sub)urbano pronto a materializzarsi attraverso la magnifica “Ozymandian” (dove è comunque presente lo spettro dei Mgła), un disilluso biglietto da visita destinato a spazzare via sogni e speranze (“What’s the cold, ghastly breath. Sowing shivers onto my neck? It was a lie right from the start. Utopias dreamt while sleeping in the open grave”).
Se la successiva “Golem” riduce l’impeto per fare spazio ad atmosfere cadenzate e stranianti (il blast beat, tuttavia, non tarda a sopraggiungere), è con le derive folk della semi-acustica title track oppure con il nerissimo post-rock della conclusiva “Car Kruków” che gli Hauntologist spostano in alto l’asticella, approdando su territori altrettanto ansiogeni e tormentati (“Does workday die with dusk? Or just the future plans die with dawn?”).
Tra le restanti composizioni, spiccano le ossessive sperimentazioni post-punk di “Gardermoen” (emergono alcune affinità con i conterranei Gruzja) e il malsano incedere di “Autotomy”, due perle che si incastrano alla perfezione all’interno di un album per certi versi dirompente.
Non importa se i Mgła ci stanno facendo aspettare (l’ultimo “Age Of Excuse” risale al 2019), perché adesso ci sono gli Hauntologist: “Hollow” proietta la misantropia e il nichilismo nella realtà allucinata del quotidiano, mentre la neve scende copiosa sulle insegne di una città destinata all’oblio.
14/01/2024
Antonio Santini for SANREMO.FM