Annoverati tra i paladini della corrente egg-punk, termine adottato per indicare gruppi underground che si divertono a miscelare ritmi vivaci in salsa garage-punk, folli piroette sintetiche ottenute da tastiere economiche, testi dalla vena umoristica e influenze new wave à-la Devo (naturale risposta al cosiddetto chain-punk, devoto all’aggressività dell’hardcore old school), insieme ad altre schegge impazzite come Uranium Club, Powerplant, Satanic Togas e Snooper, gli stravaganti sydneysiders Gee Tee sono tornati con il loro secondo lavoro in studio “Goodnight Neanderthal”.
La band capitanata da Kel Mason mette a segno dieci proiettili lo-fi, quasi tutti sotto i due minuti, per un totale di poco meno di diciotto, dando fuoco alle polveri e alle tastierine cheap con la scalmanata title track di deriva power-pop “Goodnight Neanderthal”. Ci si scontra immediatamente con la doppietta migliore dell’opera, ovvero la corsa fuori controllo sulle note della più breve “(I Hate) Drivin’ In The City” e l’intro di basso prepotente e i guitar-riff rock’n’roll di “Grease Rot Chemical”, per poi premere ancora sull’acceleratore con gli accordi ripetuti della surreale “Bad Egg”. La dinamica “Within The Walls” si fissa in testa grazie ai synth ballerini e al drumming serrato, lasciando il posto alle parole indistinguibili e ai sobbalzi di “Heart-Throb” e alla martellante “Stuck Down”.
Un’ulteriore vetta è segnata dalla chitarra minimale di “Rock Phone”, a cui seguono le ultime sferzate offerte dalle danze dal sentore sixties di “Cell Damage” e dal divertente rush finale di tastiera sghemba verso la fine del mondo annunciata da “40K”.
L’ascolto di “Goodnight Neanderthal” si dissolve in un soffio tra le brevi liriche buffe cantate dalla voce nasale e distorta di Mason e le sonorità veloci di impianto garage-punk macchiato di pop, lasciando addosso la curiosità di assistere e scatenarsi durante una performance dal vivo del gruppo australiano.
20/01/2024
Antonio Santini for SANREMO.FM