La dirompente marea del nuovo post-punk e i suoi figli minori. Freschi di debutto con la pubblicazione del discreto “Down There!” a inizio anno, i londinesi Folly Group hanno toccato l’Italia per un’unica data, prevista al Locomotiv Club di Bologna, pagando tuttavia pegno, in parte perché in posizione infrasettimanale, in parte perché effettivamente circondata da troppo ben di Dio, tra cui gli Yard Act programmati in quello stesso fine settimana, e per i quali i Nostri avevano perfino ricoperto il ruolo di supporter in alcune tappe del tour in corso.
L’arduo compito di tentare di scaldare l’atmosfera, in ritardo rispetto alla tabella di marcia, stavolta è toccato alla manciata di brani snocciolati dagli Essaira, interessante e neonato terzetto underground di base a Bologna, che viaggia tra mantra e litanie corrosive, noise-rock scuro, industrial martellante e punk feroce (per loro stessa definizione “punkstrial”).
Il quartetto britannico composto dal cantante e batterista Sean Harper, il producer e chitarrista Louis Milburn, il bassista Tom Doherty e il percussionista Kai Akinde-Hummel, sale sul palco carburando subito con gli incastri perfetti di percussioni e chitarra di “Awake And Hungry”, e i virtuosismi di batteria e i furibondi colpi di crash su “Four Wheel Drive”, entrambe appartenenti al fortunato Ep di debutto, nonché primo manifesto del gruppo, orientato verso dance-punk e art-punk. La versione dal vivo di “East Flat Crows” vede accentuarsi la componente elettronica legata ai soundscape e le sferzate di basso; ad essa fanno seguito la reboante “Pressure Pad”, che pone ulteriormente in evidenza la sintonia della band, e il cavallo di battaglia “Fashionista”, cantata da Harper e Milburn.
Un highlight fondamentale è rappresentato da “Big Ground”, i cui passaggi strumentali appaiono notevolmente potenziati in fase live, continuando con la più riflessiva “Nest” e i giri armonici di “Bright Night”. Si decolla con le ritmiche e i riff veloci di “Butt No Rifle”, che cede il passo alla furiosa “I’ll Do What I Can”, dove Sean e Kai si scambiano di posto, mantenendo tale posizione anche per l’esplosiva “Strange Neighbour” e la claustrofobica “Frame”.
Il percorso si conclude con la corsa a perdifiato e le rasoiate di “Sand Fight” e “I Raise You (The Price Of Your Head)”, unico brano selezionato dall’Ep “Human And Kind”, interamente giocato sulla sezione ritmica.
La sensazione lasciata da un concerto dei Folly Group è decisamente positiva, specie per il groove niente male sfoderato su buona parte dei pezzi inseriti in scaletta, in grado di conferire maggior spessore soprattutto alle canzoni estratte da “Down There!”. L’unico neo in questo caso resta la poca partecipazione da parte del pubblico: un live per fewer closer friends, per citare un po’ amaramente una delle tracce d’esordio dei quattro londinesi. Un vero peccato.
Antonio Santini for SANREMO.FM