voto
6.5
- Band:
ELDRITCH - Durata: 00:49:10
- Disponibile dal: 17/11/2023
- Etichetta:
- Scarlet Records
Streaming non ancora disponibile
Siamo sinceri: dopo trentadue anni e dodici studio album, fa un certo effetto ascoltare questo nuovo lavoro degli Eldritch senza la voce di Terence Holler, il quale, com’è noto, si è separato dalla band consensualmente, come annunciato l’anno scorso con un laconico comunicato. Parliamo di un cantante che ha rappresentato uno dei tratti distintivi per questa formazione toscana, capace, nel corso della propria carriera, di realizzare dischi senz’altro notevoli, alcuni dei quali tra i più rappresentativi del metal italiano.
Questo non è bastato tuttavia a fermare Eugene Simone e compagni, che ripartono da un nuovo vocalist, Alex Jarusso, a nostro parere obiettivamente un’ottima scelta.
Per il resto, questo nuovo disco, intitolato “Innervoid”, non presenta grosse novità, nel senso che la formazione toscana prosegue sulla scia degli ultimi lavori con uno stile potente e compatto, con spunti melodici, un mood un po’ dark e con qualche reminiscenza prog che emerge di tanto in tanto. Partendo dagli aspetti positivi, il disco è ineccepibile dal punto di vista tecnico ed esecutivo: il nuovo cantante è davvero bravo, la sezione ritmica ottima ed è una delizia ascoltare gli assoli e i virtuosismi dei veterani Eugene Simone e Oleg Smirnoff. Notiamo inoltre come anche stavolta la produzione, nonchè il mixaggio ed il mastering da parte di Simone Mularoni, riescano a esaltare al meglio le caratteristiche del sound della band.
Quello che invece stavolta non ci convince particolarmente è il songwriting: non ritroviamo in “Innervoid” grandi idee né particolari guizzi e, in generale, le canzoni non riescono ad entusiasmare al di là dell’aspetto puramente esecutivo. Certo, alcune tracce sono davvero niente male, come ad esempio “Handful Of Sand (Right Or Wrong)” o “Black Bedlam”, come pure particolare, con i suoi effetti elettronici, risulta “From The Scars”; però, in generale, l’album a nostro avviso fatica a reggere il confronto, limitandoci alla produzione più recente, con un ottimo disco come “Underlying Issues” o con gli episodi più ispirati di “Cracksleep” ed “Eos”.
Diciamo che questo nuovo lavoro ha certamente i suoi pregi e non presenta evidenti difetti, ma sembra andare un po’ con il pilota automatico, con brani tutto sommato validi che però non riescono a colpire o a risultare incisivi (salvo che, lo ribadiamo ancora una volta, per l’aspetto puramente esecutivo).
“Innervoid” nasce già di per sè con l’arduo compito di convincere i fan di questo nuovo corso senza Terence Holler: un obiettivo che purtroppo non ci sembra essere stato pienamente raggiunto, non tanto per demeriti da parte di chi è stato chiamato a sostituirlo.
Daniel D`Amico for SANREMO.FM