voto
7.0
- Band:
DROWN IN SULPHUR - Durata: 00:41:55
- Disponibile dal: 12/01/2024
- Etichetta:
- Scarlet Records
Streaming non ancora disponibile
Meno male che non dovrebbe esserci ricambio generazionale. D’accordo, non vogliamo fare nessuna affermazione riduttivista, né vogliamo attirare l’attenzione dei lettori facendo chissà quali sparate, è semplicemente e genuinamente bello vedere nuove leve – molto giovani – che si occupano di reinterpretare il metal estremo degli ultimi vent’anni con dedizione e risultati sicuramente non disprezzabili (perché di questo in definitiva stiamo parlando).
I Drown In Sulphur sono una realtà tutta italiana che giunge a questo secondo “Dark Secrets Of The Soul” su Scarlet Records dopo l’interessante “Sulphur Cvlt” del 2021. I quattro, come nel disco di debutto, si muovono ancora sulle coordinate di un deathcore sì moderno, ma allo stesso non esageratamente sfacciato nel rincorrere le ultime sensazioni della scena mondiale. Certo, è difficile non sentire mai le soluzioni stilistiche di un gruppo ormai molto influente come i Lorna Shore, ma è altrettanto vero che le nove tracce dell’album incorporano molto di più, a partire da Behemoth, SepticFlesh, Dimmu Borgir e diverso melo-death modernista (la title-track sembrerebbe scritta più da dei musicisti quarantenni ,e lo intendiamo davvero come un complimento), oltre ovviamente a nomi più scontati come Carnifex, Thy Art Is Murder o Whitechapel.
Se ci pensiamo bene, nessuno di questi nomi è realmente categorizzabile come ‘band nuova’, anzi, nemmeno quelli legati alla frangia più -core. Col senno di poi, questa voglia di tributare con competenza un certo tipo di passato è la soluzione che regala longevità ai Drown In Sulphur e a canzoni oggettivamente valide come “Eclipse Of The Sun Of Eden” o “Unholy Light”, dove le chitarre costruiscono molto di più di sbarramenti ritmici e breakdown telefonati. Peraltro, in questo album non si vive nemmeno mai solo di breakdown, ma anche di tastiere sinfoniche e di soluzioni di chitarra spesso più melodiche di quanto ci si può aspettare, tanto che non è un caso che i Nostri come video di apertura abbiano scelto “Lotus”, una sorta di power ballad dove l’attenzione alla melodia delle chitarre è fondamentale.
Se poi aggiungiamo un basso molto in evidenza, un uso intelligente delle tastiere, un approccio alla voce non così scontato e un malcelato amore per un’estetica black metal, non abbiamo problemi ad ammettere di aver riascoltato “Dark Secrets Of The Soul” molte più volte di quelle che avremmo pensato. Non abbiamo veramente idea di che tipo di mercato possa avere il deathcore dei Drown In Sulphur oggi, perché ci pare abbastanza ‘vecchio’ nelle strutture e ‘leggero’ nei suoni, ma, lo ribadiamo, per noi queste sono caratteristiche virtuose.
Daniel D`Amico for SANREMO.FM