voto
6.5
- Band:
DRIPPING DECAY - Durata: 00:17:28
- Disponibile dal: 23/06/2023
- Etichetta:
- Satanik Royalty Records
Cattivo gusto, velocità e intensità sonora sono le parole d’ordine di “Ripping Remains”, un energetico EP che punta a riprendere e fare proprie idee già esplorate da altri gruppi all’infinito, ma con una buona dose di passione e tecnica.
Originari di Portland, i Dripping Decay, formatisi nel 2019, si inseriscono nel panorama death-grind e thrash metal con un’aura orrorifica che mescola bene tecnica e aggressione sonora. Dopo il loro debutto con “Festering Grotesqueries” nel 2023, “Ripping Remains” offre una versione condensata ma altrettanto energica della band. Qui il loro sound unisce a un’atmosfera opprimente e caustica, esasperata dai growl cavernosi, che rimandano a una band come gli Autopsy, un comparto ritmico più frenetico che talvolta si avvicina al primitivo grindcore dei Repulsion e dei Terrorizer.
La produzione rivela una maggiore cura, anche se a volte eccessiva, la quale, se da un lato attenua la grezza atmosfera anni Novanta del loro debutto, dall’altro permette di apprezzare appieno la qualità tecnica della band. La batteria, ad esempio, si distingue in brani come “Lead to Kill” per i frequenti cambi ritmici, blast-beat, e momenti lenti e sincopati, mentre le chitarre creano muri sonori dissonanti in “Emanating Necrosis”.
A livello di struttura, “Dripping Decay” è molto unitario e coerente nelle sue idee musicali, che procede a realizzare giocando sul sicuro e senza prendersi particolari rischi: dopo una falsa intro con atmosfere da film horror che lascia improvvisamente il posto a una velocissima sciorinata di riff, l’album prosegue nelle successive quattro tracce a tradurre a livello sonoro le crude immagini evocate dai titoli.
“Emanating Necrosis”, “Lead To Kill” e “Wormridden Piety” uniscono senza troppe variazioni momenti dai ritmi intensi e serrati della batteria e dai toni disarmonici delle chitarre a sezioni dove questi strumenti si fanno da parte per lasciare spazio al cantato cavernoso di Eric Stucke.
Interessante è anche la cover di “Trick or Treat” degli Halloween, band speed metal di Detroit, resa qui in una chiave death-grind che si sposa bene col resto dell’album per il suo tema e testo horror: un episodio che regala una parentesi più melodica rispetto alle canzoni precedenti.
In conclusione, “Ripping Remains” potrebbe non sorprendere chi è già ampio conoscitore e appassionato di death metal e grindcore anni Novanta. Tuttavia, l’EP offre la giusta dose di energia e abilità tecnica, sebbene una produzione eccessivamente pesante e una varietà di idee limitata all’interno del lavoro lo rendano forse meno memorabile di quanto avrebbe potuto essere.
Daniel D`Amico for SANREMO.FM