Escludendo il gusto per la ricerca sonora ad ampio raggio e l’attitudine alla collaborazione è difficile trovare evidenti punti di contatto nelle discografie di Bruno Dorella (OvO, Ronin, Bachi da Pietra) e Giovanni Lami (Terrapin). Dedito al suono acustico – con recenti incursioni nell’elettronica – il primo, focalizzato sulle potenzialità dei nastri e dei sistemi di registrazione il secondo. Eppure l’ascolto di questo tassello condiviso, con tutti i limiti del caso, dimostra che la congiunzione dei due universi non solo è possibile, ma riesce a dimostrarsi potenzialmente efficace.
Parola d’ordine è improvvisazione, istanza alla base delle otto tracce del disco, con Dorella impegnato a costruire trame pulsanti e intarsi di chitarra e Lami pronto a filtrare, manipolare e addensare il suono. Il risultato di questo approccio è altalenante, a volte poco più di uno schizzo senza approdo (“Anima feroce”, “g”) , ma capace di dare origine ad ambienti risonanti atmosferici perfettamente compiuti, itinerari profondamente tattili, fatti di nervose schegge percussive (“Move non moto”) e stille armoniche/dissonanti in moto scomposto (“V”, “Come corpo morto”) su un substrato granuloso.
Ed è proprio quando l’intersezione tra lo sviluppo orizzontale delle tessiture analogiche e gli elementi acustici usati per aggettivarle trova piena configurazione che si registrano i momenti migliori di un lavoro fondato soprattutto sulla voglia di esplorare nuovi confini, sorretta dalla comprovata esperienza dei suoi autori. Una direzione interessante, meritevole di futuri approfondimenti che è lecito attendersi visto il calibro dei musicisti coinvolti.
07/03/2024
Antonio Santini for SANREMO.FM
