voto
6.5
Pubblicare “Triple Brutal” subito dopo l’incarcerazione di Tim Lambesis (condannato dopo aver assoldato un killer per uccidere la moglie) non è stata una mossa politicamente corretta da parte di Artery Recordings, nemmeno con la promessa di devolvere parte del ricavato a non meglio specificate associazioni di carità. Oggi non accadrebbe mai, ma era il 2014 e la rilevanza odierna di “PC” e “Cancel Culture” stava solo sbocciando.
Dopo dieci anni è passata parecchia acqua sotto i ponti: oggi i musicisti vengono ridotti all’oblio da una sola accusa, nel frattempo però Lambesis ha pagato il debito con la giustizia, ha fatto ammenda e si è sposato ben due volte. Gli As I Lay Dying si sono riformati, ma presto hanno perso parecchi pezzi, lasciando solo il chitarrista Phil Sgrosso accanto al nerboruto frontman. A debita distanza dal ‘fattaccio’, infine, il palestrato Tim prova a rivendicare anche un po’ di leggerezza, tornando con gli Austrian Death Machine a quella versione parodica e spensierata del metalcore che l’ha portato al successo con la sua band principale.
Si resta sulla scia degli altri capitoli del progetto per la natura parodica e sciocca delle canzoni: infatti la band stessa si definisce come “uno sfogo di puro testosterone e stupidità”, con punto di riferimento il leggendario Arnold Schwarzenegger, fonte di ispirazione e di molteplici citazioni sparse in ogni traccia. Permane anche quella caratteristica festaiola che prevede una miriade di ospiti che si alternano in ogni pezzo, tra cui spiccano, tra i musicisti, il cantante Ricky Hoover (Ov Sulfur, ex-Suffokate), il virtuoso della chitarra Angel Vivaldi e il chitarrista dei Bleeding Through Brandon Richter. Prendono parte al party anche figure più curiose, come Craig Golias, amico body builder famoso per la sua cartoonesca massa corporea, e la modella di fitness Dany Ciara, da poco moglie di Tim.
Piccole novità ci sono, a dire il vero, o meglio, leggere variazioni sul tema: seppur non in maniera ufficiale, dietro al frontman c’è una vera e propria band che ha contribuito alla stesura del disco e ha rivisto le parti scritte dal leader supremo, con la penna del chitarrista Cory Walker (ex Ov Sulfur) che avvicina molti brani al death metal (“No Pain No Gain” e “Don’t Be Lazy” sono un esempio calzante) e la sezione ritmica che si fa notare come mai in passato (“Judgement Day”, “Destroy The Machines”). Compare anche qualche influenza crossover e nu metal (“Everybody Pities the Weak”, “Meatgrinder”) oltre al generale metalcore/thrash metal, andando un po’ a rinfrescare una formula che, per quanto viva bei momenti, non raggiunge mai quel mix di potenza ed ilarità delle prime hit (“I Need Your Clothes, Your Boots, And Your Motorcycle”). Un’altra sfumatura inedita è che il concept stavolta si allarga, restando in tema Arnold, ma coprendo l’area di appassionati di palestra e body building con una serie di stupidi inni alla cultura di sala pesi e dediche appassionate e di ispirazione ai ‘gym bro’ di turno, come suggerisce tra l’altro il gioco di parole del titolo, che si riferisce chiaramente ai quadricipiti femorali.
Se siete disposti a separare la persona dall’artista e non avete ‘cancellato Tim Lambesis’, riuscendo addirittura a farsi due risate insieme a lui e ai compagni di ventura, questo “Quad Brutal” potrebbe regalare dei bei momenti soprattutto per la leggerezza e la quantità di ospiti validi in scaletta, anche se con testi imbarazzanti, longevità azzerata e profondità pari a quella di una pozzanghera. Paragonandolo alla filmografia di Arnold, non siamo di certo a i livelli di “Terminator” o “Predator”, ma anche “Last Action Hero” o “I Gemelli” si lasciavano guardare!
Daniel D`Amico for SANREMO.FM