voto
7.0
- Band:
WRISTMEETRAZOR - Durata: 00:33:34
- Disponibile dal: 29/03/2024
- Etichetta:
- Prosthetic Records
Nel panorama del post hardcore e del metalcore sta ultimamente prendendo sempre più piede un revival di formule legate ai trend di circa venti/venticinque anni fa. Non siamo ancora davanti a una vera e propria nuova corrente, ma è certo che il numero di formazioni dedite a questo recupero si sta facendo sempre più sostanzioso, perlomeno agli occhi e alle orecchie di coloro che sono soliti seguire i vari moti underground.
I Wristmeetrazor sono una delle realtà che più di altre sta cercando di affermarsi come uno dei gruppi più in vista di questa scena musicale contemporanea, trasportando gli ascoltatori in un viaggio verso ciò che era ‘cool’ appunto circa un quarto di secolo fa. Dopo esordi più tendenti al post hardcore e allo screamo stile primi anni Duemila, il gruppo originario di Louisville, Kentucky, ha deciso di ispessire le chitarre e di spostare le proprie mire artistiche verso un più potente metalcore, abbracciando al contempo qualche influenza esterna (ma sempre risalente allo stesso periodo storico) per cercare di dare al tutto un taglio più che mai ‘modern rètro’.
Il precedente “Replica of a Strange Love” ha indicato la via, la quale viene ora ulteriormente battuta ed espansa dal nuovo “Degeneration”, album che fonde varie correnti in brani che vorrebbero porsi come veri e propri manifesti di angoscia e rabbia, trasmettendo un senso di disperazione e alienazione che dovrebbe risuonare profondamente nei ‘kid’, americani e non, alle prese con i propri demoni interiori.
Musicalmente, siamo appunto in piena rievocazione, con breakdown e parti mosh alternate a riff di stampo melodic death metal, in varie circostanze molto simili al repertorio di Prayer For Cleansing, As I Lay Dying di “Shadows Are Security” e Bleeding Through. A contorno, se non addirittura a fulcro in un paio di casi, un groove più pronunciato che mai, quasi debordante in certi momenti, che guarda invece ai vecchi Slipknot, ma anche a formazioni flirtanti con il mondo nu metal dell’epoca, vedi primi Chimaira, Spineshank o pure i Fear Factory di “Digimortal” (anche per via di alcune saltuarie sfumature elettroniche).
Concetti articolati che vengono esposti con attenzione e rispetto dalla band, facendo così apprezzare un songwriting sì derivativo – e pure un bel po’ tamarro, a tratti – ma fondamentalmente gradevole, a patto ovviamente che si conoscano e si apprezzino almeno parte delle basi da cui i ragazzi stanno partendo. Del resto, le composizioni appaiono di rado statiche: i vari elementi e le influenze vengono alternati di continuo con un piglio sicuro, Justin Fornof – passato dal ruolo di bassista a quello di frontman – varia i registri senza affidarsi troppo alla prevedibile regola “strofa dura / ritornello pulito” e, in generale, si apprezza come le chitarre mantengono la leadership, sfoggiando quel minimo di cura per i riff la quale invece risulta sempre più un lontano ricordo nel deathcore di oggi.
Detto quindi di qualche cliché e di un paio di mini-plagi comunque non troppo fastidiosi, “Degeneration”, con le sue visioni estatiche alterate da esalazioni tossiche, si lascia ascoltare con un certo piacere, confermando i Wristmeetrazor tra le formazioni più attive e ambiziose di questo nuovo/vecchio panorama in attesa di un pieno rilancio.
Daniel D`Amico for SANREMO.FM