voto
6.5
- Band:
OBSIDIAN SUN - Durata: 00:20:52
- Disponibile dal: 29/03/2024
- Etichetta:
- Edged Circle Productions
Streaming non ancora disponibile
Sembrano sbucare dal nulla questi Obsidian Sun, invece dietro al progetto troviamo Obscura, voce, chitarra e basso delle Asagraum, band che sta vivendo un momento decisamente positivo come riscontro di pubblico nell’ambito black metal a livello mondiale.
E proprio di black metal parliamo con questo disco, tanto che viene spontaneo chiedersi – come sempre, in questi casi – qual sia il senso di fondare un side-project che percorre le stesse strade musicali della propria band principale.
La Edged Circle Productions, che ha preso sotto di sé entrambe le proposte, parla espressamente di uno stile ed atmosfere non particolarmente diverse da ciò che abbiamo avuto modo di conoscere con i tre dischi della band olandese, nello specifico black metal classico – a cavallo tra la Scandinavia di Gorgoroth, Sargeist e Immortal, il rigore teutonico dei Darkened Nocturn Slaughtercult e i riff ipnotici degli Inquisition – rivisitato in una chiave più attuale e spesso più mediata, soprattutto nel recente “Veil Of Death, Ruptured”.
Questi riferimenti sono – neanche a dirlo – validi anche per gli Obsidian Sun, altra band nella quale Obscura (al secolo Hanna van den Berg) si occupa di tutti gli strumenti, batteria a parte, e della voce: dietro le pelli questa volta troviamo tale Averse Moon, del quale nulla sappiamo a parte che, qualche eccesso di trigger a parte, svolge sicuramente un buon lavoro, così come risulta impeccabile la stessa Hanna.
Tecnicamente quindi nulla da (ri)dire, la polistrumentista olandese, forte di una vasta carriera in studio e sui palchi anche come session, si muove con disinvoltura tra pezzi più cadenzati (che qui prevalgono) e partiture più tirate: se la title-track punta tutto sull’atmosfera, le cose si fanno infatti più movimentate con la successiva “Serpents Of The Whispering Moon”, il brano più interessante ed ispirato del lotto, merito di un bel lavoro di chitarra, spiritato e melodico (anche se certamente non originale). Le restanti due tracce non si discostano da quanto già detto in termini di scrittura, tra riff circolari, rallentamenti semi-acustici e momenti ‘pestati’ (in piccole dosi), non sorprendendo particolarmente, né in senso positivo né negativo.
La qualità di questo dischetto, a livello scorrevolezza di scrittura e bontà della produzione è oggettiva, a mancare è un guizzo artistico, un elemento caratterizzante che sia proprio di questo progetto, che mescola con perizia riff, passaggi melodici e cambi di tempo di una tradizione ormai consolidata e sfruttata, ma sembra essere carente di anima.
Vale perciò – grossomodo – il discorso fatto in sede di recensione per le Asagraum, con l’aggravante che questi quattro pezzi sembrano un pochino ‘buttati lì’: il mini alterna un pezzo più cadenzato ad uno più aggressivo e sostenuto, mancano perciò un crescendo, magari una ‘cornice’ (i cosiddetti intro e outro), non intravediamo alcun tema particolare e nemmeno la copertina ci racconta qualcosa in più.
Crediamo insomma che sarebbe stato meglio sviluppare ulteriormente questo materiale, e magari tenere le idee migliori per il prossimo lavoro targato Asagraum, evitando di disperdere e annacquare gli sforzi.
Daniel D`Amico for SANREMO.FM