Dopo la pubblicazione di “RökFlöte”, lo scorso aprile, tornano in Italia i Jethro Tull con il loro “Seven Decades Tour”. La band attualmente composta da Ian Anderson, David Goodier (basso), John O’Hara (piano, tastiere), Scott Hammond (batteria) e Joe Parrish-James (chitarra) suonerà domenica 11 febbraio all’Auditorium Parco della Musica di Roma, martedì 13 febbraio al Teatro Politeama Rossetti di Trieste, mercoledì 14 febbraio al Teatro Morato di Brescia e giovedì 15 febbraio al Teatro Colosseo di Torino.
Pochi giorni fa è arrivata anche la notizia che sarà finalmente disponibile “il grande disco perduto” dei Jethro Tull. Ian Anderson e compagni, infatti, pubblicheranno per la prima volta su vinile il loro leggendario “The Château D’Herouville Sessions” remixato da Steven Wilson. Il nuovo set in doppio vinile uscirà tramite Warners Records il 15 marzo.
Il materiale è stato inciso nell’estate del 1972 nel famoso studio francese dove avevano precedentemente registrato artisti del calibro di David Bowie, Elton John, Pink Floyd e Cat Stevens. La band inglese stava cavalcando l’enorme successo del suo album “Thick As A Brick” e registrò una grande quantità di nuovo materiale.
Le sessioni, soprannominate “The Disaster Sessions” dalla band, furono afflitte da problemi che riguardarono una serie di guasti alle apparecchiature, cimici nei letti e intossicazioni alimentari. Eppure, la formazione prog britannica tornò a Londra con l’intenzione di continuare a lavorare sul nuovo materiale.
La storia, però, andò diversamente, così quel lavoro venne messo da parte in favore di un nuovo album in studio, “A Passion Play”, pubblicato nel 1973. Ian Anderson ha poi completato e rielaborato la maggior parte del materiale originale inserendolo nel primo cd, chiamato “My Round”, dell’album “Nightcap”, uscito il 22 novembre 1993. Poi, nel 2013, quel materiale è stato sottoposto a un restyling da parte di Steven Wilson, finendo poi nel book-set di “A Passion Play: An Extended Performance”.
“Ci sono alcune cose belle che sono accadute lì, e mi piacciono molto le canzoni che avevano testi con molti riferimenti teatrali”, ricorda Anderson. “Stavo cercando di creare questa idea del mondo del teatro che in qualche modo rispecchiasse la vita reale fuori, per strada e nella società”.
Di recente i Jethro Tull sono tornati nella Top Ten della classifica britannica dopo 50 anni, con il loro ultimo album “The Zealot Gene” che ha raggiunto la nona posizione.
Nell’ultimo anno, il gruppo guidato da Ian Anderson, icona del progressive rock mondiale, è tornato a pubblicare materiale inedito con il disco “RökFlöte”, composto da 12 tracce e basato sui personaggi e sui ruoli di alcune delle principali divinità dell’antico paganesimo norreno, esplorando allo stesso tempo il “RökFlöte” – flauto rock – che i Jethro Tull hanno reso iconico.
Antonio Santini for SANREMO.FM