voto
7.0
- Band:
MASTER - Durata: 00:50:34
- Disponibile dal: 19/01/2024
- Etichetta:
- Hammerheart Records
Streaming non ancora disponibile
Ripensando alla storia del death metal, ci piacerebbe poter affermare che poche band abbiano lasciato il segno quanto i Master, tanto da influenzare intere generazioni di musicisti e fan. Al di là dell’affetto e della simpatia che si possono provare per un personaggio genuino come Paul Speckmann, è però innegabile che la sua creatura abbia esaurito le cartucce migliori con i primissimi album, finendo poi per vivacchiare nell’underground tra uscite mediocri e qualche improvviso scatto d’orgoglio, senza tuttavia mai arrivare a riassaporare davvero della vera notorietà, anche in periodi particolarmente ricettivi per tutto ciò che è vecchia scuola.
In ogni caso, i circa cinque anni che separano questo nuovo “Saints Dispelled” dal precedente “Vindictive Miscreant” devono avere fatto bene a Speckmann e compagni, dato che il disco ci presenta una band che ha chiaramente investito maggior tempo ed energia nel concepimento di una raccolta di canzoni che in più di una circostanza sembra voler andare oltre il solito compitino.
Le chitarre slabbrate, la batteria dall’inconfondibile carattere motorheadiano e la voce graffiante e a tratti totalmente sguaiata del frontman – tutti elementi che da sempre caratterizzano i Master – sono ovviamente sempre presenti, ma qua e là si percepisce qualcosa in più in queste nuove tracce. I riff e i temi chitarristici, in particolare, sembrano un filo più briosi, con una maggiore varietà di dinamiche che aggiunge profondità all’ascolto. Certo, l’impronta e lo sviluppo da “Overkill”/“Ace of Spades” di un pezzo come il singolo “Walk in the Footsteps of Doom” non regalano chissà che sorprese, ma il resto della tracklist presenta un taglio leggermente più movimentato, aggiungendo piccole sfumature che rendono l’esperienza più interessante e gradevole (vedi l’attacco genuinamente malvagio di “Destruction in June” o i chiaroscuri di “The Wiseman”).
La band, insomma, gioca bene le sue carte, mostrando di sapersi cimentare con rinnovata personalità in un genere dal sapore forse datato, ma che sa sempre essere estremamente sfidante sotto il lato compositivo.
Se veterani come gli Autopsy dimostrano ancora oggi di sapersi in parte reinventare, andando a escogitare nuove soluzioni all’interno di una formula decisamente collaudata, i Master optano per un approccio più sottile, raffinando quanto basta ciò che li ha resi celebri. Il risultato è un album che si colloca perfettamente nella discografia della formazione, senza tuttavia scadere nella ripetitività più molesta. Un ritorno tanto onesto quanto piacevole.
Daniel D`Amico for SANREMO.FM