voto
7.0
- Band:
NEAL MORSE - Durata: 01:14:59
- Disponibile dal: 12/01/2024
- Etichetta:
- Frontiers
Streaming non ancora disponibile
Sono passati appena quattro mesi dalla pubblicazione del primo capitolo di questo doppio album dedicato alla figura biblica di Giuseppe, uno dei più importanti patriarchi dell’Antico Testamento. Neal Morse aveva già composto gran parte dell’opera pensandola nel suo insieme, lasciando trascorrere giusto il tempo tecnico per mettere in piedi una nuova pubblicazione discografica, ad opera della Frontiers Records. La narrazione, dunque, prosegue da dove l’avevamo interrotta dopo “The Dreamer”: Giuseppe si trova in Egitto, viene fatto prigioniero e reso schiavo, ma. grazie all’aiuto di Dio. riesce ad affrancarsi, entrando nelle grazie del Faraone e diventando in breve tempo viceré d’Egitto, con poteri secondi solo a quelli del faraone stesso. Il racconto biblico poi si concentra sul rapporto di Giuseppe con i suoi fratelli, che l’avevano venduto come schiavo in giovane età, alla rivalsa del giovane, che li riceve, prostrati dalla fame e dalla carestia, in tutto il suo splendore di nobile alla corte d’Egitto, fino alla conclusione all’insegna del perdono e del ricongiungimento.
Trattandosi, come abbiamo detto, di un’opera unitaria, non ci stupiamo nel trovarci di fronte ad un album che porta avanti il medesimo percorso musicale che abbiamo descritto per “The Dreamer”: anche in questo caso. l’opera può considerarsi come una sorta di enorme suite, in cui i singoli brani si fondono l’uno con l’altro, pur presentando un enorme quantitativo di spunti ed influenze, che partono dal progressive rock, ma che spesso sfociano in territori più lontani.
Ancora una volta, la narrazione della storia viene affidata al canto di molti ospiti, che affiancano lo stesso Neal: ritroviamo quindi Nick D’Virgilio, Ross Jennings, Ted Leonard, Matt Smith e tanti altri, ben supportati da arrangiamenti sempre curati e suonati da professionisti assoluti del proprio strumento.
Il viaggio di “The Restoration” ci fa attraversare mondi diversi: si parte dal prog rock influenzato dagli Yes di “Cosmic Mess”, con quel basso figlio diretto di Chris Squire; si prosegue con lo spiritual di “My Dream”, le fascinazioni floydiane di “All Hail”, le armonie vocali dei Gentle Giant in “The Argument”, fino ad arrivare ad un brano come “I Hate My Brothers”, che non stonerebbe affatto cantato dalla voce roca di Alice Cooper.
Come spesso accade nella produzione di Neal Morse, però, è sul finale che troviamo i momenti migliori, quelli più corali, che rappresentano il culmine della vicenda umana e spirituale del protagonista. In questo disco, tutto ciò è rappresentato da un ottimo trittico, che inizia con “The Brothers Repent / Joseph Revealed”, che racconta l’incontro finale tra Giuseppe e i suoi fratelli; prosegue con “Everlasting”, un carnevale di suoni, colori e fascinazioni esotiche, con tanto di fiati, percussioni, assoli ed un’atmosfera ricchissima e lussureggiante; per concludersi infine con “Dawning Of A New Day”, una riflessione finale più quieta, serena, che si fa poi maestosa nelle orchestrazioni.
È quasi inutile dire che chiunque abbia trovato interessante il primo capitolo di “Joseph” non potrà certo rimanere deluso da questa seconda parte. Al tempo stesso, però, non possiamo fare a meno di notare una certa ripetitività nelle forme e nelle atmosfere, che rendono un po’ ridondante un’opera molto simile a quella pubblicata solo pochi mesi fa. Probabilmente, un lavoro di sintesi capace di condensare l’intera vicenda in un solo disco (come fatto in “Jesus Christ The Exorcist”) avrebbe giovato al risultato finale, ma, si sa, Neal Morse non è proprio un artista che fa del minimalismo la sua cifra stilistica. D’altra parte, considerando la sterminata e prolifica produzione dell’artista, è già strabiliante il fatto che riesca a mantenere un livello qualitativo sempre tra il buono e l’ottimo. Ancora una volta, una certezza.
Daniel D`Amico for SANREMO.FM