voto
5.5
- Band:
RUTHLESS - Durata: 12/01/2024
- Disponibile dal: 00:41:31
- Etichetta:
- Fireflash Records
Streaming non ancora disponibile
La seconda giovinezza dei Ruthless tenta nuovamente di farsi largo, con risultati, purtroppo, tutt’altro che memorabili. Sorta nel 1982, la band californiana, guidata dal cantante Sammy DeJohn, iniziava a farsi a conoscere con l’EP “Metal Without Mercy”, proponendo un power/heavy sostenuto, senza disdegnare inserti thrash, seguendo così l’ondata portata avanti da gruppi quali Exciter, Riot o Helstar.
Giunti poi al primo full-length (“Discipline Of Steel” del 1986), i Ruthless si scioglievano salvo tornare in azione una ventina d’anni dopo, per riprendere da dove avevano lasciato, con le medesime armi e intenzioni. Anacronismo dilagante? Nemmeno tanto, se si pensa che ormai il revival di certi generi è quotidianamente in azione, ma quello proposto dal quartetto di Los Angeles ha tutte le fattezze di un qualcosa di leggermente stantio, dove il ‘vorrei ma non posso’ si dilegua in lungo e in largo. E ritroviamo la dimostrazione di quanto appena scritto anche nel qui presente “The Fallen”, quarto disco di DeJohn e compagni in cui il borbottio creativo di cui sopra si palese in quasi tutti i dieci episodi inseriti in scaletta.
Non mancano i riff intriganti, così come le ritmiche rispecchiano il mood tipico degli anni Ottanta; pure un certo grip in sede di orecchiabilità fa la sua porca figura (si ascolti “Soldiers Of Steel” a riguardo): ciò che invece non risponde “presente” all’appello generale, è quella verve di fondo, capace e fondamentale per dare lo slancio definitivo alla buona riuscita di un disco. E in questo, dispiace ammetterlo, è proprio la voce dello stesso capobanda Sammy DeJohn a peccare maggiormente: fin troppo sguaiata in alcuni frangenti e poco incisiva, non riesce a donare la giusta corposità al comparto strumentale, anch’esso non sempre impeccabile.
Da parte sua, “The Fallen”, porta con sé alcuni spunti più interessanti o comunque meritevoli di ascolto: oltre alla già menzionata “Soldiers Of Steel”, sul podio di una risicata sufficienza mettiamo pure la tortuosa e cadenzata “No Mercy”, la title-track e “Order Of The Dragon”.
Nel complesso “The Fallen” non raggiunge l’obiettivo di rimettere in carreggiata un gruppo che, forse, dopo aver perso il primo ed essenziale treno, non è stato più in grado di rintracciare la traiettoria ideale per garantire una continuità qualitativa e quantitativa del lavoro in studio.
Daniel D`Amico for SANREMO.FM