voto
7.5
- Band:
DIABOLIC NIGHT - Durata: 00:40:58
- Disponibile dal: 20/10/2023
- Etichetta:
- High Roller Records
I paesi anglosassoni hanno un legame profondo con l’heavy metal, e la Germania in particolare ha un rapporto privilegiato ed apparentemente instancabile con la cultura ‘jeans, pelle e borchie’ che ha dominato gli anni ‘80.
Non stupisce pertanto che dalla Renania Settentrionale-Vestfalia arrivi questo progetto black/speed metal, ad opera di Kevin ‘Heavy Steeler’ Heier, mente, voce, chitarra e basso. Con lui dal 2018 Chris ‘Christhunter’ Börner a completare la sezione ritmica e dare forma all’ennesima rivisitazione di quella tradizione che si pone a cavallo tra metal classico e ‘proto’-black metal.
Nato nell’ormai lontano 2013 come progetto solista di Heier, il moniker Diabolic Night assume lo status di band solo a partire dal debutto “Beyond The Realm”, sul quale troviamo composizioni più varie, complesse ed interessanti rispetto alle primissime pubblicazioni, molto più grezze e votate univocamente allo speed metal.
Questo recente capitolo, che vede la luce a quattro anni di distanza dal primo, continua il buonissimo lavoro fatto sul debut, con il quale si pone in continuità stilistica: la caratteristica più apprezzabile è che i ragazzi tedeschi propongono un range di sfumature piuttosto ampio, che spazia tra l’heavy classico, le accelerazioni speed, la freddezza del black metal primigenio e i toni epici del viking, con una fluidità di scrittura molto buona.
E così la gustosa intro sinfonica “Revelation” non deve far alzare le sopracciglia al primo ascolto, perché “Beneath The Crimson Prophecy” è – appunto – un caleidoscopio di di influenze, rigorosamente old-school: “Tales Of Past & Mystery” unisce black e speed metal, comprese le esclamazioni à la Tom G. Warrior, in un turbinio di metallo che deve parecchio ai Destroyer 666 come la successiva “The Sacred Scriptures”, capace di introdurre elementi più melodici, dall’assolo agli inserimenti di tastiera che riprendono le atmosfere dell’opener.
Molto bella è la successiva “Pandemonium”, altro brano tirato, trascinante e insieme melodico, con un velo di epicità in stile Bathory nell’attacco solenne e cadenzato, mentre “Starlit Skies” è tra i pezzi più lunghi ed elaborati del disco, nel quale il cuore speed/black si trova ‘racchiuso’ tra partiture più doom, lente e gelide come il vento che sentiamo soffiare sul finale.
L’album procede su coordinate simili, senza passi falsi: lo stile dei Diabolic Night è compreso all’interno di confini vasti ma precisi, e rilegge la lezione dei primi Kreator, Sodom, Helloween, Running Wild, Celtic Frost e Desaster con disinvoltura e uno spiccato gusto melodico e per gli assoli. “Voyage To Fortune” è un altro – fulgido – esempio di come si possa ottenere stile e freschezza anche lavorando con un approccio alla musica che non conosce il ventunesimo secolo, mentre la lunga suite conclusiva lascia spazio ad accenni acustici e riprende sul finale la melodia suggestiva di “Starlit Skies”, chiudendo degnamente il lavoro.
Chiaramente i Diabolic Night non inventano nulla, ma sfoderano un disco godibilissimo di metal estremo anni ‘80 spolverato di ottimo power metal teutonico – che non raggiunge l’eccellenza dei più duri connazionali Cruel Force pur sfiorandola – e nel 2023 si tratta di un regalo apprezzatissimo.
Daniel D`Amico for SANREMO.FM