voto
8.0
- Band:
CRUCIAMENTUM - Durata: 00:41:01
- Disponibile dal: 24/11/2023
- Etichetta:
- Profound Lore
Streaming non ancora disponibile
Vi è stato un momento in cui la parabola dei Cruciamentum è decisamente apparsa in fase di esaurimento. D’altronde, le ultime canzoni pubblicate dalla death metal band di origine britannica – quelle dell’EP “Paradise Envenomed” – risalgono al 2017 e da allora Daniel Lowndes e soci sono rimasti sempre più nell’ombra, nonostante il diffuso apprezzamento per una proposta che, in particolare agli esordi, ha di fatto contribuito ad aprire una nuova epoca per le sonorità più legate alla vecchia scuola.
È in effetti stato certamente un periodo di grandi cambiamenti, quello recente, per il cantante/chitarrista, e non soltanto per il decollo della sua professione di produttore presso i Resonance Sound Studio, ultimamente responsabili del mixaggio o del mastering di diverse opere targate Mortiferum, Cerebral Rot, Cosmic Putrefaction e molti altri. Un ribaltamento di priorità e prospettive, con in più un trasferimento dal Regno Unito agli USA, e molto meno tempo da dedicare a quella che una volta era la propria occupazione principale, ovvero la band.
Si è temuto insomma che i Cruciamentum fossero giunti al cosiddetto capolinea, sino a quando hanno iniziato a emergere i primi aggiornamenti su un disco in lavorazione e sulle registrazioni di quest’ultimo, il quale avrebbero visto il leader lasciare il microfono al bassista Chris Eakes.
Il risultato di questo prolungato processo è “Obsidian Refractions”, full-length che vede i Cruciamentum riprendere e ampliare il discorso avviato sul debut album “Charnel Passages” e sul suddetto “Paradise Envenomed”. Bastano pochi ascolti per rendersi conto del fatto che la lunga attesa sia stata ripagata: a livello stilistico, il disco segue con innata ispirazione le orme dei suoi diretti predecessori, mostrando al contempo un songwriting affinato, alla cui resa è molto d’aiuto la maggiore stratificazione sonora dettata da una line-up del tutto rinnovata, che, oltre a Lowndes e Eakes, può contare sul chitarrista Daniel Rochester (Vacivus) e sul batterista Matt Heffner (Imprecation, Oath Of Cruelty).
Il turbinio emotivo dell’opener “Charnel Passages” (curioso che il titolo riprenda quello del primo album) ci presenta una band matura, temprata dagli eventi, oggi più incline a maneggiare trame ombrose e tormentate che ad aggredire senza freni, nonostante alla base del suono persista una grande cura per il riff, con temi che continuano ad avere le loro solidissime basi nei dettami di Morbid Angel, Demigod e altri maestri. Rispetto al passato, si nota tuttavia un cambio di passo, una ricerca di un elemento atmosferico più pronunciato, come se l’inevitabile invecchiamento avesse portato Lowndes ad attingere da un tipo di energia diverso e a puntare su composizioni dal respiro più ampio, con strutture che a volte sfidano le convenzioni standard, incorporando cambi di registro più frequenti, arpeggi e qualche arrangiamento più sofisticato. Un accenno a questa impronta era già riscontrabile all’interno della lunga “Collapse”, traccia conclusiva del debut, la cui profondità e magnetismo vengono ora riversati in quasi tutti gli episodi di questo ritorno, fra i quali spiccano la succitata opener, “Necropolis of Obsidian Mirrors” e “Drowned”.
“Obsidian Refractions” è insomma un’opera che offre numerose interessanti variazioni sul tema, mantenendo un solido approccio muscolare e graffiante alla base e al contempo rivelando una band duttile, che, ampliando un po’ lo spettro sonoro, sa oggi mostrare ancor più specificità. Un disco che ha l’aria di essere un passaggio necessario per dei musicisti smaniosi di godere di una nuova fase della propria vita, senza nostalgie e rimpianti, senza calcoli e ansie da prestazione.
Daniel D`Amico for SANREMO.FM