voto
7.0
- Band:
SEA MOSQUITO - Durata: 00:45:15
- Disponibile dal: 03/11/2023
- Etichetta:
- Onism Productions
Quando parliamo dei Sea Mosquito c’è poco da dire se non ascoltarne la produzione musicale, visto che del misterioso duo inglese si conosce – volutamente – davvero poco. Ci siamo già occupati di loro in occasione dell’ultimo EP “Fire, Magic & Venom” che mostrava un certo coraggio compositivo nel proporre una sola lunghissima e molto strutturata composizione, che possiamo definire radicata nel black metal ma che poi mostrava la volontà di proporre avanguardia vera e propria, nel senso di ricerca sonora e perché no, visuale. Questo nuovo “Igitur” – stavolta un vero e proprio full – riprende quel percorso, spostandosi a nostro avviso ancora di più verso il black metal sperimentale e contaminato.
Il materiale promozionale arrivatoci include un documento di ben cinquanta pagine illustrate che contengono una vera e propria narrazione in accompagnamento alle undici composizioni di “Igitur”. E’ possibile quindi definire questo lavoro come un concept album, anche ci permettiamo di suggerire come forse la musica possa essere anche una sorta di colonna sonora di un racconto lungo, perché in fondo di questo si tratta. Senza il racconto, a conti fatti, avremmo apprezzato “Igitur” decisamente meno. Il tema è a metà tra l’horror, la sci-fi, il grottesco e il racconto simbolico come lo potrebbero concepire Kafka, Burroughs o Borges, anche se lo poi lo svolgimento della trama deve anche molto alle distopie apocalittiche di King.
“Igitur” racconta la storia di una Londra che rimane isolata dal resto del mondo per diversi mesi e di come la popolazione, in quel periodo, si trovi davanti ad una rottura della usuale realtà in favore di eventi inspiegabili, mutazioni del corpo e trascendenze dello spirito.
Musicalmente, il duo britannico struttura una serie di composizioni di durata variabile tra i due minuti abbondanti e la decina scarsa, mescolando però continuamente le carte, relegando canzoni compiute in frammenti esplosivi di breve durata e dilatando invece vere e proprie intro o abbozzi atmosferici ad un minutaggio fin troppo abbondante. La conclusiva “Vexilla Regis” contiene tecnicamente tutto il catalogo Sea Mosquito: dal black metal ferigno al post (inteso nel modo più ampio possibile), passando per la disinvoltura di Deathspell Omega e Dødheismgard, mentre episodi più decifrabili evidenziano la volontà di portare avanti esperienze come quella di Thorns, Mysticum (con meno tamarraggine) e le ricerche espressive (badate bene, non i risultati!) dei Mayhem di “Grand Declaration Of War” e degli Abigor del terzo tempo. La centrale “Filth.Disorder.Inequity” è un altro momento da segnalare, contenente stavolta un bignami della ricetta Sea Mosquito: arpeggi oscuri, batteria campionata, sfuriate black metal, midtempo meccanici. Tutto in pochi minuti.
Se siete pronti a testarvi con un disco difficile, i Sea Mosquito sono tornati.
Daniel D`Amico for SANREMO.FM