voto
7.0
- Band:
HINAYANA - Durata: 00:49:54
- Disponibile dal: 10/11/2023
- Etichetta:
- Napalm Records
Avevamo lasciato gli Hinayana con il loro EP “Death Of The Cosmic”, composto durante la pandemia e carico di promesse, auspicandoci un’ulteriore evoluzione che avrebbe potuto rendere ancor più interessante la loro proposta.
Tre anni dopo, ecco il loro secondo album “Shatter And Fall”, che mostra tutti i passi avanti degli americani, mettendo in chiaro perché gli siano su un’etichetta di primo piano come Napalm Records. I cinque, più che dall’assolato Texas, sembrano provenire da qualche gelido anfratto del Nord Europa, e la loro musica è un death/doom metal che si distingue per immediatezza, fortemente debitore di band quali Insomnium, Swallow The Sun o anche Paradise Lost.
Fin qui, assolutamente nulla di differente rispetto a quanto sentito nel primo album e nell’EP, ma i progressi sono evidenti soprattutto a livello di scrittura dei pezzi: laddove, in passato, si era trovato come difetto una certa omogeneità dei pezzi, con “Shatter And Fall” questo piccolo neo è stato cancellato e, anzi, gli undici brani risultano scorrevoli e ricchi di spunti.
Lo schema è semplice: una voce in growl cavernoso, riff e sezione ritmica diretti ed arrembanti e, in primo piano nel missaggio, elementi melodici creati da chitarre o tastiere; certo, sono sonorità sentite molte altre volte, le influenze si notano in maniera nitida e sono ingombranti, ma tutto funziona egregiamente. I pezzi sono snelli e ben congegnati, risultano scorrevoli pur non perdendo la necessaria drammaticità e, seppur legati da un mood oscuro, sono distinguibili per le diverse sfumature, mantenendo sempre un equilibrio notevole fra aggressività ed armonia. Accanto ad episodi più impetuosi come “Slowly Light Collides” o “Mind Is A Shadow”, indurita dallo scream dell’ospite Vincent Jackson Jones degli Aether Realms, troviamo momenti introspettivi e malinconici come “Tryptich Visions” e una “The Answer” che si muove tra vecchi Amorphis e Paradise Lost. Posto in chiusura, invece, “Taken” è un brano già edito, risalente al demo del 2014, arrangiato con un piglio più attuale, e risalta per il suo inaspettato avvicinamento al black metal.
Con questa nuova uscita gli Hinayana dimostrano di avere le carte in regola per poter recriminare un posto di tutto rispetto nella scena death/doom metal; l’impressione è che margini di crescita ce ne siano ancora, legati soprattutto alla ricerca di un suono più personale che li smarchi da quella patina di ruffianeria che fa capolino e che per ora rappresenta l’unico limite evidente.
Daniel D`Amico for SANREMO.FM